All’ultimo momento il Governo ci ripensa ancora e il decreto legge sulla scuola si riduce a 3-4 articoli.
Sparisce l’articolo 5 del disegno di legge del 1° agosto che conteneva norme dirette al personale e in particolare ai docenti (trasferimenti biennali, nomine effettuate direttamente dai dirigenti scolastici, possibilità di confermare le supplenze annuali in caso di disponibilità del posto).
A partire da questo anno scolastico “nella scuola primaria – chiarisce un comunicato stampa del Governo – la valutazione delle singole materie e del comportamento degli studenti sarà espressa in decimi ed illustrata con un giudizio analitico sul comportamento complessivo”.
La medesima valutazione sarà espressa in decimi anche per gli studenti della scuola secondaria di primo grado.
Saranno ammessi all’anno successivo solo gli studenti che abbiano conseguito un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina.
Un secondo articolo introduce poi una nuova materia nei curricoli delle scuole del I e del II ciclo. Si tratta di “Cittadinanza e Costituzione”, farà parte del POF delle scuole e sarà oggetto di specifica valutazione.
Contrariamente alle voci che circolavano solo fino a poche ore fa il decreto prevede che per quest’anno l’ampliamento del curricolo abbia carattere sperimentale: le scuole, quindi, nella propria autonomia decideranno se aderire alla sperimentazione o meno.
Ulteriori disposizioni limitano ai soli laureati in medicina e chirurgia l’accesso alle scuole di specializzazione mediche e prevedono il valore abilitante dell’esame di laurea in scienze della formazione primaria.
Il Ministro ha anche annunciato la decisione di ritorno al maestro unico nella scuola primaria archiviando in tal modo l’esperienza del “modulo”.
“Il Consiglio dei Ministri – ha dichiarato Mariastella Gelmini in sede di conferenza stampa – ha espresso parere favorevole a questa misura che sarà inserita all’interno del piano programmatico sulla scuola per applicare la Finanziaria che con il ministro Tremonti stiamo ultimando proprio in queste settimane”.
Il ministro ombra del PD, Maria Pia Garavaglia esprime dubbi non solo per il metodo (non piace all’opposizione il ricorso al decreto legge che di fatto limita fortemente il confronto in Parlamento) ma anche per questioni di merito: “A quali materie fondamentali verranno sottratte queste ore? Non vorrei che l’educazione civica servisse ad eliminare la storia. Quella storia unitaria che forse ai federalisti non piace”. Condivisione invece sul ritorno dei voti: “E’ logico che volendo reintrodurre il voto in condotta si torni ai voti numerici anche per le altre materie. E’ una chiarezza che piace alle famiglie e che dà indicazioni precise anche agli studenti”.