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Approvato il riordino degli Enti di ricerca

Il provvedimento ora verrà trasmesso alle Commissioni parlamentari per il parere.
Punti fondamentali della riforma sono:
·         •  il riconoscimento di un’ampia autonomia statutaria e di un nuovo sistema di finanziamento degli enti legato alla valutazione e al merito;
·        •  la costituzione di un sistema nazionale degli enti di ricerca per favorire la collaborazione e l’integrazione tra strutture che lavorano su temi complementari;
·        • l’incentivazione di una sinergia tra gli enti di ricerca, l’università ed imprese.
Grazie a questo provvedimento – ha affermato il ministro Mariastella Gelminiriusciremo a snellire gli Enti di Ricerca, a renderli meno burocratici e più vicini alle esigenze del mondo produttivo. Abbiamo messo mano – ha aggiunto il ministro – anche all’organizzazione interna per garantire nomine più trasparenti e quanto più possibile lontane da logiche politiche. E come già fatto per l’università distribuiremo risorse sulla base del merito, riservando già dal primo anno il 7% dei fondi ai progetti speciali”.
Le principali novità del provvedimento:
·         •  come per l’Università, una parte delle risorse sarà distribuita sulla base di criteri meritocratici. Per il primo anno il 7% dei fondi sarà destinato al finanziamento di progetti speciali. Viene riconosciuto e valorizzato il merito eccezionale, una risposta concreta alla “fuga dei cervelli”; tutti gli enti di ricerca potranno assumere ricercatori italiani o stranieri che hanno conseguito risultati eccezionali negli ambiti disciplinari. L’assunzione sarà per chiamata diretta e non potrà superare il 3% del personale; nasce il concetto di infrastruttura di ricerca, una nuova modalità di organizzazione delle risorse destinate al supporto della ricerca e dello sviluppo sperimentali; vengono previsti nuovi strumenti di finanziamento e partecipazione al capitale di rischio, anche per reperire e attrarre risorse dai privati;
·          • la selezione dei presidenti e dei componenti dei consigli di amministrazione avverrà attraverso una procedura ad evidenza pubblica;
·          • i piani e gli investimenti dei singoli enti dovranno essere coerenti con il Programma nazionale della ricerca e le attività degli enti dovranno inserirsi nel contesto degli obiettivi strategici dello sviluppo sostenibile definiti in sede europea e internazionale. Nell’ambito di questo nuovo contesto gli enti saranno chiamati a redigere documenti di pianificazione triennale che evidenzieranno costi, ricavi e risultati attesi;
·          • si introducono nuovi strumenti di finanziamento e partecipazione al capitale di rischio, anche per reperire e attrarre risorse dai privati.
Lara La Gatta

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