“Blocco totale delle graduatorie provinciali”, suggerisce Aprea, per garantire i docenti del nord in attesa da anni nelle graduatorie provinciali, ma ora estromessi dal massiccio esodo dei precari del Sud Italia in cerca del posto fisso.
La Repubblica riporta la singolare proposta dell’assessore all’istruzione della regione Lombardia: “Proporrò ai colleghi assessori di altre regioni una piattaforma di impegni concreti da presentare al governo Renzi per poter risolvere il problema. La situazione è intollerabile per tanti precari del Nord che vedono bruciate non solo le loro aspettative di immissione in ruolo ma spesso anche la sola possibilità di svolgere una supplenza per il prossimo anno, scavalcati dai precari migranti con elevati punteggi”.
E infatti, scrive il giornale, nella provincia di Milano le assunzioni a titolo definitivo per la scuola primaria previste per l’anno scolastico 2014/2015 saranno 245, ma nelle prime 241 posizioni ci sono 116 siciliani, 54 campani, 21 pugliesi e 18 calabresi. In totale, 209 meridionali, pari al 93 per cento. Tutti i milanesi sono slittati, e per molti di loro è a rischio anche la supplenza annuale.
Cauto il provveditore della Lombardia: “Il problema non va affrontato così non c’è nessuna guerra tra Nord e Sud perché i trasferimenti avvengono anche da altre regioni. La verità è che il provvedimento in se è sbagliato e fa bene l’assessore Aprea a chiederne il blocco”. E aggiunge: “Prima di aprire le graduatorie andavano esaurite quelle che c’erano già evitando così di penalizzare docenti da anni in attesa di una soluzione”.
Sibillini, a nostro parere, i sindacati fra pronostici disattesi e solidarietà sia coi docenti del Nord e sia con quelli del Sud: “Questa situazione che mette i docenti gli uni contro gli altri, in una assurda guerra tra poveri, deriva da una politica sbagliata sul fronte degli organici. L’assessore Aprea fa il suo dovere di politico ma con i veti non si risolve nulla”.
Intanto l’assessore Aprea sottoporrà un documento agli assessori delle altre regioni per sollecitare il governo a bloccare le graduatorie provinciali e ricorda che “le scuole, anche in rete tra di loro, devono poter contribuire a scegliere i propri docenti. È paradossale che a tutt’oggi, quando la scuola è chiamata a rendere conto del proprio operato, si trovi il personale assegnato da una lotteria amministrativa. Bisogna riconoscere il diritto alle scuole di assumere il personale, come fa nei comuni”.
Rispunta così ancora una volta, e per l’inefficienza di una politica grama che ha lasciato il sud solo come calderone per acchiappare voti, il convitato di pietra, caro al centro destra, e cioè quello della chiamata diretta dei docenti da parte della scuola, che è poi, per troppi versi, la stessa procedura usata dalle scuole private.
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