Nel corso dell’incontro tra sindacati e partiti politici, che si sta svolgendo oggi, giovedì 8 settembre, anche Valentina Aprea è intervenuta.
“Fu una stagione difficile quella della Gelmini, ma nel 2009 ci fu anche la prima crisi finanziaria. Quegli interventi dolorosi tenevano conto dell’andamento demografico. Fu proprio Draghi che aveva dato delle linee molto precise di taglio della spesa pubblica – spiega Valentina Aprea di Forza Italia – Dal 2020 è cambiato tutto per la pandemia e ha costretto il Paese ad investire e modernizzare di corsa l’istruzione. Grossi investimenti che si sono costretti con 17,5 del Pnrr per l’istruzione. Il problema è come si spendono questi soldi. Abbiamo ancora 150mila cattedre scoperte, 600mil docenti non abilitati. Non mi dò pace, vuol dire che abbiamo sbagliato tutto. Come stiamo formando i bambini oggi? Cosa stiamo facendo per far diventare la scuola del terzo millennio? Dobbiamo educare al futuro. I bambini di oggi hanno diritto ad un’educazione al futuro”.
“Entro il 2026 dovremo restituire all’Europa i risultati degli investimenti. Non possiamo buttare 17,5 miliardi. Dobbiamo fare un monitoraggio prima e dopo di questi investimenti. Il 2030, l’Agenda dell’Onu? Qual è l’istruzione di qualità? Vogliamo una scuola flessibile, negli orari, nelle discipline. Abbiamo il dovere di far scegliere alle famiglie, l’educazione è un diritto alla famiglia”.
“Non vogliamo più obblighi scolastici. La scuola non è una leva militare, ma un diritto. Non più esami di Stato a 19 anni, ma a 18. Con percorsi di quattro anni. Scuola di pari dignità. Stabilizzazione dei docenti, quelli che vanno in classe, non quelli che non sono mai andati”.