Anche i genitori scenderanno in piazza l’8 giugno per manifestare il proprio disappunto contro la chiusura delle scuole.
Ci sarà un clima caldo l’ultimo giorno di scuola “virtuale” con genitori, insegnanti, associazioni e comitati di genitori uniti al grido “Apriti, scuola”. Si ritroveranno in migliaia nelle piazze e parchi delle città, fuori dai luoghi della didattica negata, con l’obiettivo di portare avanti con azioni concrete idee nuove ed innovative per la scuola del futuro.
Una nuova scuola che queste associazioni vedono come “aperta”, “ricca”, “inclusiva”, basata sulla relazione sociale pur mantenendo la distanza fisica che ormai siamo abituati a gestire a causa dell’emergenza sanitaria del Covid 19.
“Le scuole sono chiuse da marzo”, si legge in una nota del comitato, “la crisi educativa e sociale prodotta da questo anno scolastico spezzato va inserita fra le emergenze da affrontare con maggiore coraggio e decisione. Il comitato di esperti ha rilasciato le sue indicazioni per la riapertura a settembre, ma al di là dei princìpi ciò che conta è come queste indicazioni verranno operativamente declinate da scuole e enti locali”.
Alzano la voce, dunque, i genitori per comunicare alle Istituzioni la loro idea di scuola forti anche dell’esperienza maturata in questi mesi nella didattica a distanza come supporto ai figli. Una didattica a distanza che annovera diversi pregi ma sicuramente anche alcuni problemi come quello di aumentare le diseguaglianze perché non tutte le famiglie hanno Internet a casa o strumenti multimediali come Pc e tablet: Una didattica a distanza che inoltre sottopone i bambini e ragazzi ad una eccessiva esposizione agli schermi ancora più di quanto già prima solo per motivi ludici.
Siamo arrivati a giugno e di piani di rientro in aula, seri e consolidati, ancora non ce ne sono. Il timore dei genitori è che vengano recepite solo le indicazioni più facili e restrittive e che questo si traduca, nei casi di edifici vecchi e inadeguati per mantenere il distanziamento sociale, in didattica a distanza o nei doppi turni.
Quali le soluzioni secondo il comitato? Per un ritorno a scuola che accolga da una parte le indicazioni degli esperti ma che non sia penalizzante per gli studenti è necessario ripensare completamente all’approccio didattico, nel modo di fare scuola. Servono stanziamenti adeguati e idee giuste.
Tra le azioni educative pensate troviamo lezioni e concerti in piazza, consegna dei diplomi di fine ciclo, bike to school, percorsi a piedi da scuola a scuola
Solo a Roma sono una trentina le associazioni e i comitati genitori riuniti sotto un’unica pagina Social di Facebook per dare forza a questo nuovo modello che porti rispetto nei bisogni di interazione e socialità dei bambini.
Per procedere con questo nuovo percorso servono più insegnanti e più personale tecnico -ausiliario, lavorando ad esempio in piccoli gruppi utilizzando le nuove tecnologie ma senza rimanerne soffocati e introdurre come novità la didattica all’aperto. Lavorare quindi anche in un contesto aperto e non ristretto alla sola aula fisica.
Molto utile per queste associazioni, poter utilizzare gli edifici scolastici per attività extra didattiche sociali e culturali, per aiutare nella ricomposizione delle relazioni sociali, la costruzione del concetto di comunità nelle quali bambini e adolescenti devono essere una priorità assoluta.
Facciamo in modo che questa crisi sanitaria sia almeno utile per costruire qualcosa di nuovo, in meglio ovviamente!
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