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Arabo, cinese e russo lingue crescenti. Ma per impararle serve prima abbattere i pregiudizi

L’arabo, il cinese e russo sono lingue ormai sempre più rilevanti e parlate da un numero crescente di persone. Lo sanno bene i gestori delle scuole più all’avanguardia, che appena riescono ad avere l’occasione ed i fondi necessari attivano corsi intensivi per apprendere almeno le basi delle lingue in espansione. Come in Texas, dove i responsabili del distretto scolastico di Mansfield hanno deciso dedicare un finanziamento federale di 1,3 milione di dollari proprio all’insegnamento di lingue “importanti”. Tra cui, appunto, l’arabo. Evidentemente, però, non hanno fatto i conti con le reazioni dei genitori e della stampa. “Alcuni genitori hanno espresso preoccupazione – ha fatto sapere il distretto texano attraverso una nota ufficiale – di conseguenza, le autorità scolastiche di Mansfield hanno deciso di ritardare l’avvio dei corsi e di raccogliere i suggerimenti dei genitori”.
Mansfield era uno dei cinque distretti scolastici texani scelto per l’insegnamento della lingua araba. Il programma prevedeva l’avvio alla scuola elementare, per poi farla diventare materia facoltativa in quella secondaria. Le autorità non hanno tenuto conto, in pratica, dei pregiudizi culturali. “Ci sono persone visceralmente spaventate da tutto ciò che ha un rapporto con l’Islam – ha spiegato il vicepresidente di una scuola elementare, Willie Wimbrey – mentre altri vogliono che i loro bambini entrino in contatto con più cose possibili”. Di parere opposto, Kheirieh Hannun, nata nei Territori palestinesi e cresciuta negli Stati Uniti: “Aiuterà a distruggere i luoghi comuni”.
Le polemiche si sono amplificate al punto da costringere il distretto scolastico di Mansfield a diffondere un comunicato per smentire informazioni di stampa secondo cui avrebbe avuto l’intenzione di “imporre” corsi di lingua araba. Un’iniziativa, insomma, che la prossima volta valuteranno molto più a fondo. In certe situazioni, infatti, i rapporti tra due Paesi (tutt’altro che sereni) possono contare molto di più che le necessità scolastiche e formative.
Alessandro Giuliani

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