Fu un tragico incidente a stroncare Domenico Maurantonio, lo studente padovano morto il 10 maggio 2015 precipitando dal quinto piano dell’hotel Leonardo da Vinci di Milano dove si trovava in gita scolastica in occasione dell’Expo. E’ per questo che il gip di Milano, Paolo Guidi, ha disposto l’archiviazione del fascicolo di indagine a carico di ignoti sulla morte dello studente del Liceo Ippolito Nievo di Padova, così come chiesto dai pm Alberto Nobili e Giancarla Serafini. Il giudice ha in sostanza accolto la ricostruzione della Procura: fu una caduta accidentale, provocata da un malore. Esclusa, dunque, ogni responsabilità degli altri ragazzi che condividevano la stanza con lui. All’archiviazione si erano invece opposti i genitori dello studente che, attraverso il loro legale Eraldo Stefani, sollecitavano maggiori approfondimenti investigativi sui compagni di scuola che erano in gita con lui indicando i nomi di sei ragazzi che, a loro giudizio, avrebbe avuto responsabilità nella morte del figlio. Ai magistrati titolari del fascicolo aperto per omicidio colposo è servita una lunga indagine per arrivare a escludere l’ipotesi dello scherzo finito in tragedia e stabilire che fu un “fatto accidentale” a provocare la caduta di Domenico.
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Secondo quanto accertato dall’inchiesta, Domenico aveva bevuto parecchio fino a pochi minuti prima della tragedia (nel suo stomaco è stata rintracciata una quantità di alcol che, una volta entrato in circolo, avrebbe potuto far schizzare il valore dell’analisi alcolemica fino a oltre 3 grammi per litro) ed era stato colpito da una crisi intestinale (le sue feci sono state rintracciate lungo tutto il corridoio del quinto piano dell’albergo). Il suo stato psico-fisico era dunque alterato e con ogni probabilità venne colto da un malore. Fu sempre lui – sempre stando ai risultati dell’inchiesta – a togliersi i vestiti di dosso e a lanciarli in strada dove poi sarebbero stati ritrovati la mattina successiva. Poi, molto probabilmente nel tentativo di prendere una boccata d’aria, si sporse eccessivamente dalla finestra. Infine il tragico epilogo: forse per un capogiro provocato da senso di vertigini, Domenico perse l’equilibrio e precipitò dalla finestra schiantandosi sul marciapiede cinque piani più in basso. (Aska)
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