Il liceo linguistico Manzoni a Milano opta per una strategia molto particolare per combattere il fenomeno fumo a scuola: è stata individuata e delimitata una zona del cortile da un nastro segnaletico all’interno del quale agli studenti sarà consentito fumare.
In realtà, l’operazione è strategica, ovvero rientra all’interno di un programma di prevenzione attuato dalla scuola che adesso ha deciso di “rischiare”, mettendo da parte il proibizionismo: “quando abbiamo imposto il divieto — dichiara il preside dell’istituto al Corriere della sera— avevamo i 52 bagni della scuola intasati: i ragazzi si chiudevano a fumare. Qualcuno usciva sul cornicione per non essere visto. La legge è velleitaria. Mancano gli strumenti per attuarla. Nessun proibizionismo ha mai funzionato. Serve invece comunicare ai ragazzi l’importanza di smettere. Solo chi è in trincea può vedere”.
Il dirigente Giuseppe Polistena, ci tiene a sottolineare come il provvedimento, nonostante le apparenze, sia strettamente connesso ai corsi di prevenzione tenuti a scuola: “la zona franca fa parte di una strategia più ampia che prevede corsi di prevenzione al tabagismo per prime e seconde classi all’Istituto dei Tumori e un dialogo continuo con i ragazzi che sta funzionando. Tra i minorenni i fumatori sono diminuiti”.
Inoltre, il preside racconta che lo scopo dell’area fumatori non è quello di lasciare liberi e invogliare i ragazzi a fumare, bensì fare persuasione, che potrebbe indurre i giovani a smettere di fumare col tempo.
Potrebbe, appunto, perché “l’Italia è il Paese europeo dove più adolescenti fumano, il 37% dei 15-16enni”, ricorda Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto Tumori.
In merito alla vicenda, si esprime negativamente il Moige (Movimento Italiano Genitori), che contesta la scelta della scuola di Milano di consentire agli studenti di fumare liberamente, seppur in una piccola area riservata del cortile: “la decisione del Liceo Manzoni di concedere una area riservata ai minorenni per accedere al fumo, oltre che illegale è pedagogicamente, inefficace in quanto allevia la gravità e pericolosità dell’atto”, dichiara Maria Rita Munizzi, presidente nazionale MOIGE, che critica la scelta della scuola sottolineando come “la tutela dei minori non va confusa con il proibizionismo, che attiene alle persone adulte”.
Il presidente, ritiene pertanto che gli alunni “hanno bisogno anche di ”no” che aiutano a crescere e non di provvedimenti illegali che creano solo diseducazione e disprezzo per le regole.”
Il Moige, a seguito di questo episodio, chiede l’intervento del ministro Fedeli, “per ripristinare la legalità nel liceo linguistico Manzoni di via Deledda a Milano”.
In realtà Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104, ha stabilito il divieto di fumo in tutti i locali degli edifici scolastici, comprese le scale anti-incendio, e le aree all’aperto di pertinenza dell’istituto.
La legge, inoltre, estende il divieto di fumo a tutte le pertinenze esterne della scuola e ha inoltre introdotto anche il divieto di utilizzare sigarette elettroniche, stabilendo conseguenti sanzioni nell’ipotesi di violazione del divieto.
Divieti che, come dimostra l’esperienza raccontata dal preside del liceo Manzoni di Milano, non servono a molto.
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