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Armuzze: per raccontare la “festa dei morti” in Sicilia. Fiaba poetica di Alessia Franco

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In Sicilia la chiamiamo “festa dei morti” quella del 2 novembre, anche se da qualche tempo sta subendo le frombole celtiche di scherzetti e dolcetti, con travisamenti lugubri imbrigliati presso brume barbariche, su cui però frotte di ragazzi, ma anche di scuole, si stanno buttando per confermare il provincialismo delle nostre regioni. 

Tuttavia, qualche isolata ridotta ancora cerca di resistere, lanciando dardi puntuti nelle speranza, non già più di rintuzzare tali invasioni straniere, ma di ricordare che la Sicilia rimane comunque terra di poesia e di ricordi e che qualcuno certe tradizioni le conserva gelosamente e con intelligenze le propone anche attraverso libri per ragazzi, come questo, edito dal Museo Pasqualino, di Alessia Franco dal titolo “Armuzze”, con le illustrazioni, essenziali ma suggestive, di Cristina Stassi, 17,00€.  

Libro contrassegnato da un piccolo foro al centro, che è una sorta di fulcro del mondo dove converge una corona di lucciole per illuminare l’universo sotterraneo, quello da cui nasce la vita, ma pure da dove esse escono, con la loro lieve luce, per raccontare storie antiche, sotterrane, eventi e affetti forti e duraturi. Sono le “armucciole” che nella notte magica tra l’1 e il 2 novembre vanno a raggiungere, tra pupi di zucchero e frutti della terra, i nipoti per lasciare loro “le cose”.

Ma si intrattengono pure nei ricordi, e fra questi il tenue racconto di Nonna Agatuzza, sotto le sembianze della paladina Bradamante, al nipote Raffaele, mentre si descrivono i mercati di qualunque città siciliana. Qui le Armucciole, anime-lucciole, prendo i doni per lasciarli ai nipoti. E poi, nel libro rivolto ai ragazzi di halloween, anche la preparazione del “cannistro” da parre dei genitori di Raffaele, in un dialogo sereno coi morti perché da essi nacque la loro vita.