Poco per volta, le difficoltà del progetto “Scuole belle” stanno venendo a galla tutte. L’argomento è stato discusso nel corso di un incontro fra Ministero e sindacati svoltosi nella giornata del 7 agosto.
Il nodo è molto semplice ma di difficile soluzione: i soldi necessari per “abbellire” (o più semplicemente ripulire) le scuole verranno assegnati direttamente alle istituzioni scolastiche che dovranno però attivare procedure per loro inconsuete.
Di fatto si tratterà di aprire veri e propri cantieri di lavoro con tutto quello che ne consegue dal punto di vista economico e della sicurezza.
Non è un caso che in Piemonte, dove negli ultimi anni la magistratura è stata particolarmente attenta e vigile, l’Ufficio regionale sta faticando non poco a “convincere” i dirigenti scolastici a dare avvio all’operazione.
Ma le difficoltà sono diffuse un po’ dovunque.
La domanda è inevitabile: perché mai il Ministero ha deciso di assegnare i fondi alle scuole e non ai Comuni come invece sarebbe stato più naturale?
La risposta è che si pensa in tal modo di accelerare i tempi: i Comuni infatti avrebbero dovuto aprire vere e proprie gare d’appalto e rivolgersi alla Consip mentre le scuole potranno affidare ai lavori alle stesse cooperative che già ora stanno operando per le pulizie (e se questa è la motivazione significa che il Ministero ammette, seppure implicitamente, che il passaggio attraverso Consip non garantisce affatto né efficacia né efficienza).
A livello locale gli Uffici scolastici regionali stanno lavorando per “convincere” le scuole a gestire gli appalti ricorrendo ad accordi di rete, come previsto dallo stesso Ministero. Ma ovviamente si fa molta fatica a individuare le scuole capo-fila, tanto è vero che proprio nell’incontro del 7 agosto i sindacati hanno chiesto al Miur di assegnare un assistente amministrativo in più a tutte le scuole che faranno da capofila. Il Miur ha preso tempo, ma è facile prevedere che la richiesta non troverà risposta immediata.
C’è poi un altro problema: siamo ormai in vista della settimana di ferragosto, durante la quale, tradizionalmente, resta tutto fermo. Dopo di che mancheranno due settimane all’avvio dell’anno scolastico: certamente troppo poco per pensare di avviare i lavori e concluderli. Tanto che già si sta parlando di cantieri che apriranno nell’estate del 2015.
Se si tiene conto che i lavori saranno finanziati con stanziamenti previsti dal Governo Letta nel giugno del 2013, le conclusioni ciascuno può trarle per conto proprio.