Attualità

Arresto cardiaco a scuola, docenti salvano studente di sedici anni grazie al defibrillatore: ricoverato in codice rosso

Una tragedia evitata per un soffio: un ragazzo di sedici anni ha avuto un arresto cardiaco a scuola e per fortuna è stato salvato dai suoi insegnanti, che hanno usato un defibrillatore. Tutto è avvenuto, come riporta Fanpage, in un centro di formazione professionale della provincia di Bergamo lo scorso 14 novembre.

L’intervento provvidenziale

Lo studente si è sentito male poco prima di iniziare la lezione di educazione fisica. Immediatamente quattro insegnanti del ragazzo si sono attivati per i primi soccorsi: tra questi l’insegnante di ginnastica e quello addetto al primo soccorso. C’è chi ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco, chi ha preso e attivato il defibrillatore e chi ha chiamato il 112. I sanitari una volta giunti sul posto lo hanno intubato e caricato su un elisoccorso per il trasporto con la massima urgenza in ospedale.

Le condizioni del ragazzo

Una volta all’ospedale il 16enne è stato ricoverato in codice rosso: per due giorni è stato ricoverato in terapia intensiva ma fortunatamente ora sta bene. Si trova ancora in ospedale, ma – come riporta Brescia Today – ha già sentito gli insegnanti e i compagni di classe per rassicurarli sulla sua salute.

Defibrillatori obbligatori nei luoghi pubblici

Vale la pena ricordare che nel 2021 l’Italia si è dotata di una legge, tra le più avanzate in Europa, che disciplina i principali aspetti della rianimazione: dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici e di formazione. I numeri sono indicativi, purtroppo: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila casi in 365 giorni solo in Italia, in media oltre 160 al giorno.

Solo nel 58% dei casi improvvisi, chi assiste la persona colpita da arresto cardiaco interviene con le manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e le ventilazioni, e in una percentuale ancora più esigua – solo nel 28% dei casi – con il defibrillatore. Quello che in tanti vorrebbero in tutte le scuole.

Redazione

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