Attualità

Arretrati contrattuali: non serve fare domanda; la cifra potrà variare da 1.500 a 2.500 euro

Ritorna nel web una notizia che sta allarmando i docenti e il personale della scuola in generale: per ricevere gli arretrati del contratto che dovrebbe essere siglato nelle prossime settimane docenti e Ata dovranno presentare regolare domanda al Ministero o a qualche altro ufficio.
In realtà la notizia è del tutto errata.

Finora, infatti, gli arretrati contrattuali sono sempre stati erogati in modo automatico, senza che il personale dovesse chiedere nulla.
Sulla questione è intervenuta di recente anche la Flc-Cgil che ha segnalato l’infondatezza della notizia aggiungendo anche che, quando il contratto sarà rinnovato, “gli aumenti retributivi conseguenti, comprensivi di tutti gli arretrati maturati nel triennio indicato, saranno automaticamente e direttamente riconosciuti dall’Amministrazione in favore di tutto il personale scolastico in servizio, compreso il personale che ha lavorato con contratto a tempo determinato per il periodo coperto da nomina nel triennio 2019-2021”.
Non solo, ma gli arretrati verranno riconosciuti anche al personale che nel frattempo è andato in pensione.

Ma a quanto ammonteranno gli arretrati?
A conti fatti si tratterà di una somma non del tutto disprezzabile perché riguarderà ben 4 anni, a partire dal 2019.

Ovviamente la cifra del 2019 sarà piuttosto modesta (poche centinaia di euro per tutto l’anno), cifra che aumenterà leggermente per il 2020 e che diventerà pari all’aumento contrattuale per gli anni 2021 e 2022.
La cifra sarà proporzionale allo stipendio già in godimento e quindi varierà a seconda della propria posizione retributiva. Secondo le stime fornite dalle organizzazioni sindacali potrebbe andare da 1500 a 2500 euro.
Quanto ai tempi è davvero arduo fare previsioni anche se, ormai, sembra difficile che il contratto possa chiudersi in tempi tali da rendere possibile l’aggiornamento degli stipendi entro dicembre.
E’ molto probabile, quindi, che bisognerà attendere il nuovo anno.

Reginaldo Palermo

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