Come preannunciato dalla Tecnica della Scuola, giovedì 29 dicembre sono finalmente arrivati nei conti correnti degli insegnanti e del personale Ata “gli arretrati relativi all’anticipazione della parte economica del C.C.N.L. del comparto Istruzione e Ricerca e agli effetti economici del C.C.N.L. Funzioni Locali, per il triennio 2019-2021”.
Per comprendere l’entità dell’emissione speciale, docenti e personale Ata hanno potuto preventivamente consultare l’area riservata ai lavoratori del portale NoiPa ed entrare nel servizio “Consultazione stipendi”, dove hanno trovato la somma esatta dell’emissione straordinaria denominata ”58 Emissione Speciale Arretrati”.
La quantità di arretrati assegnata è dipesa dal profilo professionale e dall’anzianità di servizio. Le differenze non sono da poco: si va dai 1.353 euro lordi per i collaboratori scolastici ad inizio carriera ai 3.119,79 euro per i Dsga a fine carriera.
Come somme nette, significa che si va da un minimo di 1.000 euro, assegnati al personale Ata, ad un massimo di 2.100 euro, che andranno ai Direttori dei servizi generali e amministrativi con 35 anni di servizio. Un po’ meno ai docenti a fine carriera.
Diversi insegnanti e Ata hanno espresso il loro disappunto, perché in prima battuta le cifre che circolavano erano più alte del 20-30%.
Alcuni diretti interessati hanno allora ipotizzato che gli arretrati assegnati fossero privi dell’anno 2022. Ma non è così.
“Negli arretrati arrivati – spiega alla Tecnica della Scuola Francesco Sciandrone, dirigente e responsabile pensione e previdenza Uil Scuola Rua – è compreso anche il 2022. Le somme che avevamo calcolato come sindacato sono in linea con quelli poi accreditati dal Mef. Qualche lavoratore della scuola ha avuto poco di meno perchè nell’arco di quattro anni ha avuto il passaggio di gradone. Pertanto, per gli anni relativi al precedente gradone, ha avuto i relativi arretrati e, di conseguenza, per il gradone successivo gli arretrati spettanti”.
Altri sindacalisti hanno espresso la possibilità che il ministero dell’Economia possa avere applicato delle aliquote eccessive di tassazione.
In ogni caso, chi ha percepito degli arretrati in misura ridotta, quindi, si vedrà accreditare la rimanenza in fase di conguaglio, che potrebbe arrivare già nel prossimo mese di febbraio.
Decisamente peggio è andata ai supplenti “brevi e saltuari”, che non hanno ricevuto nemmeno un euro di arretrati: per molti di loro si tratta di un ulteriore danno economico, poiché già erano in attesa dello stipendio (mai arrivato) per i periodi di servizio svolti tra settembre e dicembre 2023. Il sindacato Anief annuncia diffide, perché sostiene che dopo il danno siamo arrivati alla “beffa”.
A dovere attendere almeno qualche settimana per ricevere gli arretrati sono anche i dipendenti andati in pensione dal 2019: come i supplenti “brevi”, i pensionati non dovranno fare nulla, a meno che non abbiano cambiato banca o ufficio postale oppure siano mutati gli estremi dell’iban del conto corrente a cui inviare i sospirati arretrati.
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