Categorie: Università e Afam

Arriva anche il corso “3+1” con master

Al percorso classico 3+2, triennale e magistrale, c’è chi sceglie il 3+1 per  accorciare i tempi di ingresso nel mercato del lavoro, cercare una specializzazione in più o, magari, reindirizzare quello che si è studiato nei primi tre o quattro anni sui banchi dell’università.

Secondo il consorzio Almalaurea sull’occupazione di chi ha appena concluso il suo percorso di studi, nel  2015, il 30,7% dei laureati a un anno dal titolo ha partecipato o sta partecipando ad «attività di formazione post laurea», in crescita rispetto al 28% del 2013 e al 27,3% nel 2010. Non c’è una diretta correlazione tra i due, ma la quota di iscritti al biennio è scivolata nello stesso arco di tempo al 54,6% del 2015 dal 55,6% del 2013 e al 56,9% del 2010.

 

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Il target ideale per il salto diretto a un master, senza il passaggio per il biennio, emerge dalle anagrafe degli iscritti ai vari master mentre uno tra i profili più frequenti sono gli studenti che decidono di integrare le basi più generiche acquisite nel triennio con un percorso intensivo di professionalizzazione.

La quota di iscritti dai corsi di laurea umanistici come lettere, filosofia e storia dell’arte oscilla tra meno del 10% a picchi di oltre il 15%. Il master diventerebbe così un ponte su carriere diverse da quelle pensate all’origine, anche in vista della domanda effettiva del mercato del lavoro. E può accadere che chi viene da un corso di area umanistica può specializzarsi in economia.

C’è chi mette in dubbio l’efficacia della sola laurea triennale, con o senza l’integrazione di un corso mirato proprio alla professionalizzazione ma la combinazione tra laurea di I livello e master può fruttare sia un risparmio diretto sia un valore aggiunto in curriculum.

Pasquale Almirante

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