Ormai è fenomeno incontenibile. Non solo nelle famiglie la ricorrenza di Tutti i Santi, nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, è festeggiata con le famose zucche in forma di teschi, più altri abbigliamenti horror, ma anche le scuole, dalle primarie alle secondarie di primo e secondo grado, fanno di tutto, grazie pure alle pungolature dei ragazzi per saltare qualche ora di lezione, nella giornata del 31, affinché entri quell’orrido celtico, e non certo mediterraneo e solare, nelle classi.
Anche Halloween, dunque, sembra il segno dei tempi e il segno pure che questo tipo di trasgressione, che combacia per lo più con l’oltre mondo e con l’ignoto, insieme con la paure più ancestrali e che ci permette di guardare senza pericolo le cose che ci terrorizzano, di osservarli in modo sicuro, ironico e distaccato, sia entrato ormai nella nostra costumanza che però, come è noto, non ci appartiene.
Ma ce ne siamo fatto carico, come del resto avveniva nel Sei-Settecento con la cultura italiana, copiata dovunque. E con questo nuovo carico appresso abbiamo dato il corpo (e l’anima?) ai mostri fuligginosi di Halloween, alla loro rappresentazione e alla evocazione macabra di figure sotterranee, ossianiche, agli abitatori dei mondi arcani dell’al di là, dove tutti andremo, ma scordando pure che scheletri sono diventati i nostri morti. Una stranezza che non viene raccontata e sulla quale non si riflette, ma che rende euforici i grandi soprattutto, di meno piccini che non si rendono conto essendo il mostro la proiezione dei certi incubi nel reale che ora quella zucca piena di candele rappresenta.
Ma scordata pure in Sicilia la tradizionale festa dei morti, quella del 2 novembre, annunciata dalla notte dell’1, nel corso della quale i nonni, per lo più, lasciavano nelle case, ma ben nascoste, le “cose”, le loro cose che poi erano i prodotti della terra, quella stessa che li aveva accolti e dalla quale venivano quei doni, prima del lungo inverno, in uno scambio che recava con sé l’idea dell’eterno ritorno, della circolarità della vita.
Ma anche il dialogo mai sopito con l’avo veniva ripreso e ricordato, con chi aveva dato vita alla famiglia, in una relazione naturale e schietta fra esistenza e morte, fra passato e tempo. E le cose dei morti, quei regali insomma, erano gli unici che si ricevevano nel corso dell’anno, anche perché a natale c’era solo il presepio, Babbo natale abitava ancora fra le brune celtiche, come halloween, e l’albero non era ancora uscito dai miti germanici.
Ora Halloween è festeggiata anche in molte città dove si preparano già zucche, ragnatele, zombie con spettacoli e ambientazioni horror.
Fra queste
Firenze dove il comune organizza per la settimana di Halloween una serie di appuntamenti in biblioteca dedicati ai più piccoli. Occasioni per riscoprire insieme ad animatori letture spaventose.
A Monza il 31 ottobre partono tre giorni dedicata agli eventi di Halloween, con i personaggi della ‘Famiglia Addams’ e poi giocolerie, acrobazie, laboratori, balli, concerti e party. E poi “La Danza degli scheletri“, il Gran Ballo e così via, compresa, sabato 4 novembre, la Messa da Requiem di Mozart.
Napoli al museo delle Scienze fino al 1 novembre saranno organizzati laboratori educativi, con science show dove si approfondiranno i temi legati al mondo ‘bizzarro’ di Halloween. E poi le Anime Pezzentelle, spiritelli benigni che, secondo la tradizione tornano ogni anno il 2 novembre a popolare i palazzi che hanno abitato.
Torino appuntamento sotto la Mole per celebrare la notte dei morti. Il 31 ottobre ci sarà un’apertura straordinaria del Museo Nazionale del Cinema, dove sarà possibile visitare la mostra “Il mondo di Tim Burton” e poi il rito di Samonios, la cerimonia celtica che celebrava la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo.
Bologna rievoca i racconti di streghe e magie, riti e cricche, pozioni e torture che potranno essere scoperte con spettacoli dove ci saranno anche storie di uomini che hanno venduto l’anima al diavolo, per ottenere in cambio ricchezze, favori inimmaginabili o eterna giovinezza.