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Arriva Hyperloop, il treno del futuro che porta da Roma a Milano in 30 minuti: “bufala” o realtà?

Roma-Milano in meno di 30 minuti: tutto questo potrebbe essere possibile grazie al treno del futuro in grado di sfrecciare a oltre mille chilometri orari.

Potrebbe perché l’ambizioso progetto portato avanti da Gabriele Gresta, che prevede di costruire un mezzo costituito da capsule che viaggiano dentro a tubi nel mezzo dell’Italia non sarà certo cosa facile da realizzare.

L’idea nasce un anno e mezzo fa dal fondatore di Tesla Elon Musk che ha prodotto il primo documento ufficiale in cui mostrava al mondo, la sua idea di trasporto super rapido. Dirk Ahlborn e Gabriele Gresta hanno sposato l’input e pubblicato sulla loro piattaforma di crowdsourcing Jumpstartfund, in cui la community può partecipare alle idee pubblicate in cambio di quote societarie. Oggi sono oltre 300 gli ingegneri di tutto il mondo che lavorano in colossi come Google, Cisco ad aver costituito il team diffuso di Hyperloop.

A far parte di queste aziende che hanno sposato il progetto anche la start up italiana “Ales Tech”, fondata da studenti di Università di Pisa e Scuola Superiore Sant’Anna: l’unica realtà italiana coinvolta nel progetto essendo riuscita ad entrare nel gruppo che riunisce una trentina di giovanissime aziende che hanno il compito di realizzare il progetto voluto da Musk, con lo sfidante obiettivo di trasformarlo in realtà entro cinque anni.

Ma che cosa è in sintesi Hyperloop? “Hyperloop, rispetto ad autostrade e ferrovie ha un bassissimo impiego a terra, non taglia i territori – spiega Gresta –, noi a chi ha i terreni chiediamo solo un piccolo spazio per i piloni e in cambio possiamo dare elettricità e acqua. Per Hyperloop abbiamo reinventato le sospensioni”, ha detto il portavoce di Ales Tech, Luca Cesaretti, 25 anni da compiere in novembre e appena laureato in Ingegneria meccanica.

Tecnicamente è tutto basato su tecnologie esistenti. È, in sostanza, una capsula che viaggia all’interno di un tubo a bassa pressione grazie ad un meccanismo di lievitazione. Così come per un aereo in alta quota, la capsula incontra meno resistenza. L’aria rimanente di fronte alla capsula viene convogliata verso la parte posteriore del tubo utilizzando un compressore, il che consente di raggiungere velocità incredibili (fino 1.200 km/h), con pochissimo consumo di energia elettrica, anzi il sistema sarà poi dotato di pannelli solari e l’aria che si muoverà all’interno del tubo potrà generare elettricità.

 

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Le sospensioni italiane di Hyperloop utilizzano tecnologie di controllo attivo delle vibrazioni, con sensori che misurano l’andamento reale del tracciato e lo correggono in tempo reale, rendendo il viaggio più confortevole per i circa 28 passeggeri che ognuna delle ‘carrozze’ potrà accogliere.

Le carrozze chiamate ‘Pod’, dal termine inglese che significa ‘baccello’, non sono collegate fra loro, ma vengono lanciate una dopo l’altra all’interno di un cilindro nel quale si crea la bassa pressione. In realtà, più che un treno, il rivoluzionario mezzo di trasporto assomiglierà più a una cabinovia o a un ascensore orizzontale: al posto di lunghi convogli ci saranno tante piccole carrozze che partiranno ogni volta che uno o più passeggeri saliranno a bordo.

Il tubo verrebbe montato su piloni ad un’altezza di circa 7 metri con un impianto di imbarco e di sbarco nelle stazioni. Un progetto che si propone di ribaltare completamente il ruolo dei trasporti nella vita pubblica: «Vogliamo implementare anche un sistema integrato di auto che si guidano da sole da casa alla stazione e ne stiamo già discutendo con colossi come Google che le hanno già sviluppate» ribadiscono i giovani ingegneri italiani.

Insomma, sicuramente ancora tanti dubbi assalgono i non addetti ai lavori e l’idea della “bufala” non è cosi lontana considerando le diverse insidie che il progetto porta con sé come per esempio rendere tale mezzo di trasporto affidabile visto che parliamo di una velocità vicina a quella del suono.

Il primo banco di prova che servirà a capirne qualcosa di più sarà il test previsto a fine estate in California, dove le sospensioni italiane saranno sperimentate in modelli di Pod dal diametro di un metro e lunghi quattro metri. Dopodiché la start up intende prendere contatti con fornitori italiani per produrre i prototipi delle sospensioni, che avranno in Italia il primo test. Il primo servizio di linea di Hyperloop potrebbe essere attivo per l’Expo di Dubai.

 

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Dino Galuppi

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