Il nostro articolo sulle risorse destinate agli scatti e al merito ha provocato diverse reazioni e molti lettori ci hanno scritto. C’è anche chi definisce il nostro articolo un po’ troppo pessimista, perchè abbiamo previsto una ulteriore diminuzione del fondo di istituto. Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: se le cose andranno diversamente ne saremo ben contenti, ma noi crediamo anche che i mezzi di comunicazone debbano fornire ai lettori tutte le informazioni possibili, sia quelle gradevoli sia quelle sgradevoli, usando, ove necessario, le dovute cautele (e noi così abbiamo fatto)
E per la verità nel sommario dell’articolo abbiamo scritto: “Presentando il DDL sulla scuola, Renzi ha spiegato che gli scatti di anzianità resteranno, ma non ha chiarito da dove arriveranno i soldi. Il sospetto è che, ancora una volta, sarà necessario attingere al fondo di istituto”.
Premesso ciò veniamo al punto della questione.
Intanto per comprendee bene da dove arriveranno i 200milioni per il merito, stanziati per il 2016 è meglio avere a disposizione la relazione tecnica allegata al DDL e questo avverrà fra pochi giorni.
In ogni caso resta il fatto che, allo stato attuale, se il Governo vuole garantire il pagamento degli scatti non può fare altro che attingere al fondo di istituto che, nel giro di un paio di anni, si esaurirà del tutto. Ecco perchè a partire dal 2016 il “merito” verrà pagato con fondi stanziati a parte e ricavati da altri capitoli. Il risultato non cambierà: le risorse per il MOF diminuiranno drasticamente e anzi è probabile che fra qualche anno siano pari a zero. E questo è esattamente ciò volevamo dire e che abbiamo scritto.
D’altro canto i 200milioni per il merito serviranno anche a retribuire attività e prestazioni che ora vengono compensate con il fondo per il MOF e quindi il Ministro avrà buon gioco a dire che diminuisce il fondo ma viene istituito il “gruzzolo” per il merito. Bisogna solo precisa che i soldi per il merito rimarranno fuori dal fondo di istituto: il budget a disposizione della scuola (mediamente 25-30mila euro) sarà infatti gestito direttamente dal dirigente scolastico (“sentito il consiglio di istituto”, precisa il DDL) e non sarà più sottoposto alla contrattazione con le RSU.
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