Andrea Cafà, presidente di Fonarcom, fondo paritetico interprofessionale nazionale, creato da Cifa e Confsal che finanzia la formazione continua dei lavoratori e dei dirigenti delle aziende italiane, ha affermato: “Fonarcom è molto impegnato nell’ambito delle politiche attive ed è molto attento a riforme come la ‘Buona scuola’ che avvicinano il giovane all’azienda”.
“Proprio per questo, Fonarcom ha creato uno strumento che si integra benissimo con la riforma della ‘Buona scuola’ che va a finanziare attraverso un voucher la formazione di un tutor aziendale, affinché questi possa andare a presentare l’azienda alla scuola, illustrare un percorso di crescita all’interno dell’azienda al ragazzo e possa poi essere là ad accogliere il giovane e fargli fare quell’esperienza necessaria per permettergli di acquisire le competenze che poi gli serviranno per entrare nel mondo del lavoro”.
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In pratica le aziende, sempre in spasmodica ricerca di fondi e di agevolazioni, si adoperano per scaricare allo Stato la formazione di giovani adatti al loro business. Che potrebbe essere un bene se si creasse invece sinergia fra le scuole professionali e le imprese che in qualche modo dovrebbero contribuire a dare una mano all’istruzione tecnica, pagando magari gli studenti quando si spostano per fare praticantato o attrezzando gli istituti degli apparecchi adatti e utili.
Si paga il tutor per istruire i ragazzi ma non si pagano i ragazzi che lavorano, seppure per fare esperienza, nelle imprese.
Ragazzi di bottega insomma da sfruttare fino a quando gli utili sono positivi e poi da licenziare magari al primo stormire di vento contrario, mentre l’istruzione, per formare il pensiero critico in modo da capire e interpretare il mondo, è faccenda che alle aziende non interessa, anzi