L’alternanza scuola lavoro è uno dei capisaldi della legge 107/2015 e anche dopo la delega approvata dal Consiglio dei Ministri in tema valutazione esce ulteriormente rafforzata.
Tuttavia le scuole dopo il primo anno scolastico, pur apprezzando l’iniziativa, non hanno mostrato entusiasmo e già più volte abbiamo detto che il sistema stenta a decollare. Probabilente col tempo si riusciranno ad ottenere dei risultati importanti.
Ad ogni modo, uno dei problemi segnalati è la scarsa comunicazione fra scuole e imprese che non permettono ai neodiplomati di poter spendere il proprio titolo e le proprie competenze forse perché non sufficientemente guidati l’ultimo anno di scuola superiore.
A tal proposito, la nuova Agenzia nazionale del lavoro, l’ANPAL, ha pensato di lanciare la figura di un tutor che avrà il compito proprio di far dialogare il mondo delle imprese con le scuole.
Come riporta il Corriere della Sera, le scuole italiane fra medie superiori e università, sono 5400 e il presidente ANPAL, Maurizio Del Conte, crede di poter inviare alle scuole 1000 tutor, 1 ogni 5 istituti.
L’esigenza, secondo Del Conte, nasce dal fatto che la Buona scuola aveva individuato negli insegnanti stessi la figura di orientamento e tutoraggio, ma al momento il meccanismo non funziona, anche perché difficilmente i docenti riescono a conciliare tale attività con le esigenze scaturite dal proprio ruolo.
Per tale motivo, una persona formata ad hoc che si occupi del dialogo scuola-impresa potrebbe essere la soluzione o comunque un buon passo avanti.
Sono tre i compiti che andrebbe a svolgere il tutor:
– parlare con le imprese per monitorare costantemente il fabbisogno di personale e l’eventuale formazione
– orientare gli studenti dell’ultimo anno di scuola analizzando le inclinazioni e le competenze di questi, individuando un percorso ad hoc che possa indirizzarli verso il mondo del lavoro.
– Inoltre, la figura prescelta potrebbe occuparsi delle questioni burocratiche previste dalle convenzioni fra scuola e imprese.
Istituire questa figura, si legge ancora sul Corriere della Sera, potrebbe significare utilizzare una parte di quei laureati, specie ad indirizzo umanistico, che non riescono ancora ad emergere.
L’ANPAL proporrebbe comunque un percorso di formazione mirato per queste figure, utilizzando i fondi europei esistenti, e quando saranno pronte potranno essere affidate ciascuno a 5 scuole.
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