Il Miur avrebbe messo a punto un nuovo sistema di reclutamento che andrà a regime da settembre 2020, per evitare che le classi a inizio d’anno si trovino senza docente.
Un sorta di chiamata lampo per coprire il maggior numero di cattedre che restano vuote e assumere i precari che ne hanno diritto. Una trovata sui generis che dovrebbe essere contenuta nel decreto che arriverà in Consiglio dei ministri la prossima settimana, considerato che a fronte di migliaia di precari senza lavoro, ci sono cattedre scoperte per mancanza di precari in graduatoria.
All’appello mancano soprattutto i docenti di matematica, sostegno, lingua e informatica. E allora, secondo il MIur, basta far incontrare queste due esigenze.
i piano dunque sarebbe il seguente, come si legge da Il Messaggero: “Una volta convocati regione per regione tutti gli aventi diritto al ruolo, tramite le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie di merito dei concorsi del 2016 e del 2018, si contano le cattedre rimaste vuote. A quel punto il singolo Ufficio scolastico regionale dirama il bando in tutta Italia per trovare i docenti necessari. La chiamata “lampo” avrà la durata di 10 giorni al massimo e poi si passa alla selezione dei candidati per titoli”.
Tutto verrà fatto, quindi, dopo aver esaurito le graduatorie dei candidati sul territorio e, dopo questa fase, la graduatoria lampo verrà sciolta, non avrà più alcun valore nei mesi e negli anni a venire.
Nel decreto, sarebbe pure previsto che, una volta ottenuto il ruolo, il docente che ha accettato di trasferirsi da un’altra regione dovrà anche impegnarsi a restarci per almeno 5 anni senza possibilità di mobilità o di assegnazione provvisoria.
Far incontrare, a livello nazionale, la richiesta di cattedre con l’offerta di docenti, potrebbe andare a risolvere uno dei problemi più pesanti per la scuola: le cattedre vacanti, che restano tali nonostante le infinite graduatorie di precari che hanno vinto concorsi e ottenuto abilitazioni.
Secondo le stime dei sindacati, quest’anno gli incarichi a supplenza potrebbero superare le 200mila unità, lo scorso anno furono 150 mila. Un fiume di contratti a tempo determinato che interessa una platea di precari da centinaia di migliaia di persone. Il settore più in crisi per la mancanza di docenti specializzati, oltre che il più delicato, resta quello del sostegno: 50 mila circa i posti assegnati a personale non specializzato.
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