A sostenerlo sono i risultati di uno studio condotto dal gruppo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università di Udine, pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Secondo i ricercatori, infatti, la pratica di meditazione seguita sotto la guida di specialisti può dare ottimi risultati nell’affrontare questo tipo di disturbi comportamentali.
Ma cosa è la Mindfulness? Si tratta di una pratica meditativa che si sta sempre più diffondendo negli adulti soprattutto per chi svolge professioni con forte livello di stress e di carica emotiva. Si pratica adottando una serie di procedure con cui si allena a sviluppare la consapevolezza del momento presente durante la meditazione da applicare poi nei comportamenti quotidiani.
I ricercatori hanno riscontrato che grazie all’uso della Mindfulness il bambino matura un aumento progressivo della consapevolezza di quello che accade intorno a lui. Questo gli serve per avere più concentrazione sul momento presente.
La ricerca del Bambin Gesù è servita inoltre per capire se questo tipo di pratica potesse aiutare anche a migliorare l’attenzione e l’autocontrollo dei bambini stessi che avevano aspetti di disattenzione, impulsività e iperattività e problemi di gestione delle proprie emozioni.
La ricerca è stata fatta “arruolando” 25 bambini dai 7 agli 11 anni con Adhd divisi in due gruppi. A un primo gruppo di 15 bambini è stato proposto un training di meditazione orientata alla mindfulness di 24 incontri, pari a tre incontri settimanali per due mesi con periodicità temporale degli stessi incontri via via più lunga.
L’altro gruppo di 10 bambini con Adhd rappresentava il “gruppo di controllo”. A loro è stato proposto un percorso, senza mindfulness, ma della stessa durata e struttura dell’altro, in cui venivano svolte diverse attività, dirette a migliorare le capacità di riconoscimento delle emozioni proprie e altrui. La presenza di questo gruppo ha rappresentato un aspetto importante dello studio perché ha consentito di escludere “l’effetto placebo”, derivante dagli aspetti positivi che la sola attenzione e la cura prolungata riservata ai bambini possono determinare
I risultati come riportato da Bimbisani hanno evidenziato che i bambini che avevano seguito il percorso mindfulness hanno manifestato un miglioramento nelle prove cognitive incentrate su esercizi di attenzione svolte al computer.
Ovviamente parliamo di risultati preliminari, che dovranno essere confermati con ricerche su campioni più ampi. Se confermati si aprirebbero percorsi di cura nuovi per i bambini affetti da questo tipo di problema.
“Il training mindfulness potrebbe essere proposto ad integrazione degli attuali trattamenti multimodali che coinvolgono bambini, genitori e scuola secondo le linee guida italiane e internazionali.” La mindfulness, in particolare, potrebbe aiutare a migliorare i sintomi comportamentali e cognitivi di quel 30 per cento di bambini che oggi non risponde agli interventi multimodali.
Quasi tre decenni di ricerca in ambito medico, neuroscientifico e psicologico hanno dimostrato come praticare mindfulness favorisca negli adulti lo sviluppo della resilienza e un miglioramento delle funzioni cognitive, riducendo la percezione dello stress con l’aumento dell’attività cerebrale in quelle regioni del cervello associate alle emozioni positive. Anche In UK stanno indirizzando i propri sforzi in tema di bambini a tal punto che psicologi e neuroscienziati della Oxford University e della University College London hanno programmato uno studio della durata di 7 anni su 7.000 teenagers alle prese con emozioni turbolente, stress scolastico e pressione sociale per valutare gli effetti della mindfulness sulla salute mentale.
Attraverso questa pratica, si impara a rapportarsi con qualunque avvenimento succeda nella vita, coltivando la possibilità di fare scelte migliori. Ugualmente, si impara a non prendere le cose sul personale, ma a vederle per quello che sono.
I bambini possono sviluppare queste stesse capacità fin da piccoli con enormi benefici. Il controllo degli impulsi e la capacità di gestire le emozioni hanno un fortissimo impatto sulla possibilità di scegliere il proprio comportamento.
La meditazione per bambini offre uno sviluppo ovviamente diverso da quello applicato agli adulti. In loro serve per allenare la calma, la possibilità di conoscersi meglio e sapere riconoscere le proprie emozioni, offre il vantaggio di iniziare a lasciare andare situazioni stressanti ed ansiose, offrendo il vantaggio dell’attenzione, della concentrazione e di vivere al meglio il qui ed ora che è uno degli assi portanti della Mindfulness.
In conclusione, quindi la mindfulness è una pratica meditativa che allena ad essere consapevoli del momento presente. Il porre attenzione su di sé aiuta in sostanza i bambini a scoprire le emozioni, a non perdersi tra i tanti stimoli che la vita fornisce loro in ogni momento della giornata e a sentire di più se stessi.
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