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Arriva la ‘task force’ UE per insegnare agli studenti a fare impresa

Arriva la ‘task force’ per insegnare agli studenti a fare impresa: l’iniziativa prenderà ufficialmente il via il 10 e 11 febbraio, quando a Bruxelles si svolgerà il primo incontro del Comitato di Gestione costituito da rappresentanti degli organismi partner europei del progetto “Innovation cluster for entrepreneurship education” (Icee), un’iniziativa europea per promuovere l’educazione all’imprenditorialità tra gli studenti, tramite creazione di mini-imprese,”cluster di innovazione” con i docenti, lezioni sul campo e database europeo con le migliori pratiche didattiche. 

 

 

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“Il progetto – spiega il Miur – prende il via da questo mese di febbraio anche nelle scuole italiane ed è frutto di una partnership comunitaria che vede coinvolti cinque stati dell’Unione Europea. Icee, infatti, è promosso da un Consorzio di cui è partner anche il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione. Nel Consorzio – che è guidato da Ja-Ye Europe – anche i Ministeri dell’Istruzione di Finlandia, Estonia, Lituania e Fiandre, gli istituti di ricerca Eastern Norway Research Institute, The Foundation for Entrepreneurship – Young Enterprise Denmark, Josip Juraj Strossmayer University in Croazia, e le strutture nazionali di JA-YE di Belgio, Finlandia, Italia, Estonia e Lituania”.
“Se metà della popolazione studentesca complessiva ricevesse una formazione pratica sulla creazione di impresa quando ancora frequenta la scuola, quale sarebbe l’impatto a livello individuale e sociale? Questa è solo una delle problematiche che verranno affrontate in questo nuova attività di studio che durerà tre anni”, anticipa Caroline Jenner, amministratore delegato di JA-YE Europe, il più grande fornitore europeo di programmi educativi sull’imprenditorialità.

 

 

 

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“Il tema dell’educazione all’imprenditorialità è presente in numerose iniziative promosse da questa Direzione generale – spiega il direttore generale Carmela Palumbo del Miur -. In un momento di crisi nel settore lavorativo occorre guidare i giovani verso una visione versatile del lavoro che non può più essere lo stesso per tutta la vita ed occorre cercare forme di lavoro autonomo e diversificato. Già l’alternanza scuola-lavoro – aggiunge il direttore generale del Miur -, introdotta nei curriculi della scuola secondaria di secondo grado, è un passo per fare in modo che la scuola prepari i giovani questa nuova visione del mondo del lavoro”.
Il progetto ha, appunto, una durata triennale (la conclusione è prevista a gennaio 2018 con l’analisi e la diffusione dei risultati) ed è promosso nell’ambito del programma Erasmus +.
Le scuole coinvolte in Italia saranno 20 tra licei e istituti tecnici e professionali nei tre anni di durata del progetto, lo scopo è quello di coinvolgere il maggior numero di docenti e studenti. Altrettante per ciascuno degli altri Stati del Consorzio. I criteri con i quali saranno selezionate verranno decisi nell’incontro del 10 febbraio a Bruxelles.
Attraverso l’uso di gruppi di controllo, sondaggi quantitativi, focus group qualitativi e interviste, un gruppo di ricercatori guidati dall'”Eastern Norway Research Institute” analizzerà i risultati di apprendimento degli studenti partecipanti, l’impatto sociale, il ruolo dell’insegnante e della scuola, e gli effetti sul sistema di educazione.
L’analisi approfondita delle strategie nazionali, degli strumenti in uso, la formazione e la valutazione dei docenti, formeranno la base dei “cluster di innovazione” che caratterizzeranno lo sviluppo di un “modello progressivo” che possa chiarire coml’educazione all’imprenditorialità possa essere realizzata a partire dalla scuola primaria, fino alla secondaria superiore. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio database di buone pratiche.
Numerose ricerche di settore hanno evidenziato l’impatto positivo dell’educazione all’imprenditorialità tra i banchi. I giovani che hanno partecipato a iniziative formative di questo tipo si sono successivamente rivelati più propensi a creare nuove imprese e più agevolati nello sviluppo di competenze che ne incrementano l'”occupabilità”. E la creazione di una “mini-impresa” è considerata come una delle più efficaci esperienze imprenditoriali che possono essere realizzate tra i banchi.
Lo stesso Piano di Azione “Entrepreneurship 2020” della Commissione Europea tra i suoi obiettivi prevede per ogni studente almeno un’esperienza imprenditoriale pratica prima di lasciare la scuola dell’obbligo. Attualmente, infatti, si stima che solo 1 giovane su 10 ha accesso a una simile esperienza all’interno della scuola. Ed è proprio per questo che uno dei propositi del progetto Icee è analizzare le azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo del 100 per cento stabilito dalle politiche dell’Unione Europea.
Per eventuali informazioni e chiarimenti si può contattare la segreteria della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione al numero di telefono: 06 5849 3170, oppure per email all’indirizzo: dgosv.segreteria@istruzione.it.

 

 

 

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Alessandro Giuliani

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