Ci siamo, l’ora è arrIVAta, da oggi l’imposta sul valore aggiunto passa dal 21% al 22% con un’ ulteriore perdita del potere d’acquisto per i cittadini italiani. Un’imposta il cui aumento pesa, e non poco, anche per la categoria degli insegnanti, che spesso devono fare i conti, visto i magri stipendi che percepiscono, per arrivare a fine mese.
Siamo al paradosso! Viviamo in un Paese, l’Italia, con l’IVA più alta d’Europa ma con gli stipendi dei prof tra i più bassi dei paesi dell’UE.
Cosa comporta in sostanza questo aumento dell’imposta sul valore aggiunto nelle nostre tasche? Il Codacons ha fatto qualche conto, per comprendere la portata di questo aumento sulla conduzione economica-familiare.
Per il Codancons la mazzata arriverà a costare fino a 349 euro a famiglia su base annua, con inevitabili ricadute negative nel settore del commercio. Si prevede infatti, dove è possibile per i consumatori, una diminuzione dei consumi.
La mazzata colpirà inevitabilmente anche il settore scuola e la categoria degli insegnanti, che vedranno aumentare i prezzi di beni essenziali per il proprio lavoro, come computer e cancelleria. Per i docenti pendolari, che non sono pochi, raggiungere la scuola di servizio costerà di più, visto che è previsto un consistente aumento dei carburanti.
Se poi si utilizza il mezzo proprio, oltre all’aumento dei carburanti si dovrà mettere in conto anche l’aumento per la manutenzione dell’autovettura e dei mezzi di ricambio.
Anche pagarsi il pranzo, quando è previsto un rientro pomeridiano per la didattica o per le riunioni collegiali, costerà più salato. Subirà un aumento anche il caffè che solitamente gli insegnanti consumano durante un’ora buca tra una lezione e l’altra. Ovviamente si dovranno sopportare anche tutti gli aumenti legati alle utenze di casa, luce, gas , ecc.
Considerato che il contratto della scuola è scaduto dal 2009 e che gli scatti di anzianità bloccati dal 2012 non si sbloccheranno fino al 2014, e considerato inoltre che le intenzioni del governo sul rinnovo del contratto scuola sono di rinnovarlo solo sulla parte giuridica, rinviando l’aspetto economico non prima del 2015, l’aumento dell’iva per il personale scolastico risulta più che mai indigesta.
Speriamo solo che l’impegno preso dal ministro Carrozza, nonostante l’instabilità politica e il rischio di una caduta del Governo, di fare tutto ciò che è possibile per convertire in legge il decreto scuola 104/2013 il più rapidamente possibile, si possa concretizzare, altrimenti oltre al danno dell’aumento dell’IVA arriverà anche la beffa di non portare a casa nemmeno le 67mila assunzioni del prossimo triennio.