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Arrivano 33.380 assunzioni, ma rimane l’emergenza Ata: tanti istituti a rischio assistenza e sorveglianza

Stamattina i dirigenti del Ministero dell’Istruzione comunicheranno ai sindacati la ripartizione provinciale delle 33.380 immissioni in ruolo da attuare entro la fine del mese: si tratta di 28.781 nuovi docenti, di cui 15.439 su posto comune e 13.342 su sostegno, più 4.599 di personale Ata. Dopo aver appurato che si tratta di numeri complessivi fortemente sottodimensionati, perché i posti vacanti utili per le assunzioni a tempo indeterminato sono almeno 60mila, Anief reputa grave che l’amministrazione abbia deciso di stabilizzare una quantità di personale non docente per coprire solo il turn over: nei prossimi giorni verrà assunta in ruolo la stessa quota di lavoratori che andrà in pensione dal 1° settembre.

Tra il personale Ata, rimangono però liberi oltre 12mila posti: si tratta di 2.692 assistenti amministrativi, 1.032 assistenti tecnici, 8.172 collaboratori scolastici, 126 cuochi, 104 collaboratori scolastici tecnici, 111 guardarobieri, 36 infermieri. Non si comprende per quale motivo verranno assegnati a supplenza. In tal modo, assumendo nemmeno su un terzo dei posti liberi, l’amministrazione ignora anche la norma che impone l’assunzione di un contingente pari al 50% dei posti messi a disposizione per la mobilità (trasferimenti, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie, comandi, distacchi, ecc.).

Ma i problemi per la sorveglianza e per l’assistenza delle scuole non finiscono qui: come anticipato in queste ore dalla stampa, il Miur sta preparando una nota per i direttori generali attraverso cui si impone loro di lasciare inalterato il contingente del personale Ata. L’organico di “fatto”, quello risultante dalla formazione di nuove classi ed iscritti, dovrà essere complessivamente uguale a quello di “diritto” presentato in primavera. In tal modo, il Ministero sta di fatto creando i presupposti per il ripetersi dei disservizi dell’anno scolastico 2013/14, quando la riduzione dei fondi destinate alle cooperative esterne ha prodotto la chiusura di diversi istituti a causa della troppa sporcizia.

“Dopo quanto accaduto a gennaio – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – come sindacato reputiamo grottesco che il Ministero abbia deciso di organizzare l’anno scolastico che verrà senza incrementare l’organico di nemmeno un posto. Anche perché rispetto al 2011, quando lo stanziamento pubblico per le ditte di pulizie esterne ammontava a 600 milioni annui, oggi quell’impegno economico si è dimezzato. Se consideriamo che a partire dal 2011 sono stati anche cancellati 47mila amministrativi, tecnici, ausiliari e Dsga, che corrispondono ad un quinto del totale dei non docenti, ci possiamo rendere conto di come si sia messo in ginocchio l’apparato organizzativo e di supporto della didattica che si svolge nelle nostre scuole. In loro soccorso potrebbe comunque arrivare, in autunno, la Corte di Giustizia europea con una sentenza storica di assorbimento di tutto il precariato storico”.

A tal proposito, Anief torna a chiedere il ripristino degli organici sul dimensionamento scolastico, con i numeri precedenti alla Legge n. 111/2011: tutti gli istituti che in questi ultimi tre anni sono stati cancellati o accorpati devono riavere la propria autonomia. Come tutti i Dsga e Ata che sono stati sollevati dall’incarico a seguito dell’applicazione di quella legge illegittima contro cui il sindacato ha fatto ricorso.

“Bisogna ricordare – continua Pacifico – che tra il 2012 e il 2014 il numero di alunni è aumentato di quasi 90mila unità, 34mila solo nell’ultimo anno. Con una evidente ricaduta di impegni per le scuole. Solo per le nostre amministrazioni, ad iniziare dal Mef, sembra accadere il contrario: così si riduce il numero di insegnanti di oltre 1.400 posti e si lascia inalterato quello degli Ata. Questa decisione porterà conseguenze, perché dalle nostre sedi provinciali continuano a giungere denunce, soprattutto dagli istituti comprensivi che hanno più sedi scolastiche e plessi: in diversi casi, la carenza di collaboratori scolastici è tale da non garantire nemmeno la presenza di una unità per la durata delle attività didattiche”.

Anche l’amministrazione degli istituti, i servizi di didattica e di gestione del personale, che con l’autonomia scolastica hanno assunto oneri maggiori rispetto a quelli di pochi anni fa, deve fare i conti con la penuria di personale. Per non parlare della mancanza di assistenti tecnici in tutte le scuole del primo ciclo e medie di primo grado, con i dirigenti costretti sempre più spesso a spendere preziosi fondi rivolgendosi a ditte esterne per mantenere in vita i laboratori informatici. Ma siccome rispetto al 2011 il Mof, il fondo destinato anche a questo genere di impellenze, si è ridotto di due terzi e molte scuole hanno sempre meno soldi, il risultato è che oggi sono davvero tanti gli istituti con hanno laboratori non funzionanti e uffici non manutenzionati a dovere. Con immaginabili effetti negativi del servizio sull’utenza.

Il personale rimane poi sempre in attesa dell’inserimento della figura di Coordinatore Amministrativo e Tecnico: nelle scuole dovrebbe esistere già da molti anni, per contratto, ma per loro non sono mai stati indetti i concorsi. Gli stessi che si attendono per selezionare i nuovi Direttori dei servizi generali e amministrativi, i responsabili del personale Ata: quasi un anno fa, il 3 settembre 2013, la stampa specializzata riportava la seguente notizia: “Il MIUR pronto a bando per 450 posti DSGA, dopo il via della Corte dei Conti (…): si tratta di un concorso atteso che porrebbe fine alla sostituzione da parte degli assistenti amministrativi dei posti vacanti”. Quel concorso non è stato mai bandito.

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