In attesa che il Ministero formalizzi il rinvio della data ultima per l’adozione del Programma Annuale, prosegue in molte scuole il dibattito per decidere sul da farsi: approvare il documento contabile secondo le modalità fissate dal Ministero, “interpretare” in modo flessibile le indicazioni romane o addirittura non approvare il Programma ?
In diverse scuole i consigli di circolo e di istituto hanno preso le proprie decisioni.
Non ci sono ancora molti dati, ma dalle prime notizie sembra i “suggerimenti” ministeriali siano stati disattesi nella maggior parte dei casi (in Piemonte, persino l’Ufficio scolastico regionale ha fornito indicazione in tal senso).
Giungono anche notizie di scuole dove i consigli hanno bocciato il Programma Annuale, in segno di protesta nei confronti delle scelte ministeriali in materia di assegnazione delle risorse finanziarie.
Ma cosa succederà adesso in queste scuole ?
La norma è piuttosto chiara; l’articolo 8 del Regolamento di contabilità recita infatti: “Qualora il programma non sia stato approvato entro 45 giorni dall’inizio dell’esercizio, il dirigente ne dà immediata comunicazione all’Ufficio scolastico regionale, cui è demandato il compito di nominare, entro i successivi 15 giorni, un commissario ad acta che provvede al predetto adempimento entro il termine
prestabilito nell’atto di nomina”.
In altre parole, i dirigenti scolastici delle scuole in cui il Programma annuale non è stato approvato entro il 15 febbraio (e cioè entro 45 giorni dal 1° gennaio, data che segna appunto l’inizio dell’esercizio finanziario) dovranno informare l’Ufficio scolastico regionale che, a sua volta, nominerà un commissario ad acta assegnandogli il termine entro il quale provvedere all’approvazione del documento contabile.
Nel frattempo in quelle scuole la gestione ordinaria sarà garantita ricorrendo alla norma che consente la prosecuzione delle attività ordinarie e progettuali mediante impegni di spesa mensili pari a un dodicesimo di quanto impegnato nell’esercizio precedente.
Ovviamente i rischi del commissariamento non vanno sottovalutati anche perché c’è da credere che i commissari ad acta non vorranno correre rischi e quindi approveranno i bilanci nel pieno rispetto delle regole impartite dal Ministero: e a quel punto è molto probabile che i residui attivi verranno “congelati” facendo ricorso a tutte le disponibilità esistenti nelle casse della scuola.