La Buona Scuola prevede che ogni fine anno gli studenti dai 15 ai 19 anni possano compilare un questionario nazionale in cui esprimersi sulla puntualità dei prof, la sua capacità di esposizione della lezione, l’efficacia della sua didattica. Ma non è tutto: gli studenti parteciperanno anche alla compilazione del RAV, il Rapporto di Autovalutazione annuale che le scuole dovranno presentare ogni anno, consultabile anche dalle famiglie. Infatti La Buona Scuola stabilisce che sarà il nucleo di valutazione a dare i voti alla scuola secondo il Format preparato dall’INVALSI: questo nucleo sarà composto dal preside, 3 prof e uno studente eletto dagli altri alunni della scuola.
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Lo studente che farà parte del nucleo di valutazione avrà un ruolo davvero importante. Infatti, oltre a compilare il RAV insieme agli altri componenti, potrà partecipare al voto sui neodocenti da stabilizzare dopo primo anno di prova, decidendone di fatto l’assunzione. Dovrà però astenersi dal voto sugli avanzamenti di stipendio dei docenti.
E se gli scatti stipendiali dei docenti, secondo La Buona Scuola, dovranno infatti tener conto anche del merito, sarebbero calcolati a partire da 3 tipologie di crediti: i crediti didattici, i crediti formativi e i crediti professionali. La prima tipologia riguarda proprio la qualità dell’insegnamento in classe e i risultati ottenuti dagli studenti. Ogni tre anni, a seconda dei crediti ottenuti, si potrà avere accesso ad un aumento di stipendio oppure esserne fuori. Come sarà calcolata la voce relativa alla qualità dell’insegnamento? Per avere una risposta, bisognerà attendere le decisioni su La Buona Scuola. Ma è lecito pensare (e augurarsi) che i questionari di fine anno potrebbero avere un ruolo centrale.
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