Iniziativa interessante in Piemonte, dove l’Ufficio Scolastico del Verbano Cusio Ossola (VCO), comunica che è stato approvato nella seduta Consiliare del 30 gennaio 2018, l’istituzione del cosiddetto “patentino” contro il cyberbullismo, ovvero una certificazione che attesta l’utilizzo responsabile dello smartphone ed estende, così, a tutto il territorio piemontese quanto già avviene nella provincia di Verbania per le scuole del primo ciclo.
Si tratta della prima regione che sperimenta tale misura per combattere il cyberbullismo ed educare gli alunni all’uso dello smartphone e delle tecnologie digitali di comunicazione in modo coscienzioso e non lesivo per gli altri.
Come detto in precedenza, esiste già un progetto pilota di patentino dello smartphone promossa dalle scuole del VCO, coordinate dall’Ufficio Scolastico territoriale che ha visto la collaborazione con la Polizia di Stato, l’ASL VCO e l’Associazione Contorno Viola.
Tali attività rientravano nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni legati al bullismo e cyberbullismo, ed ha visto in un percorso di formazione per gli studenti delle classi prime della scuola secondaria di primo grado lo strumento ideale, finalizzato all’ottenimento di una vera e propria “patente di smartphone”, iniziativa dalla quale scaturisce la legge Regionale per il prossimo anno scolastico.
La vicenda piemontese riferita principalmente all’uso consapevole di smartphone per contrastare episodi di bullismo e cyberbullismo, si sposa bene con le ultime novità ministeriali sull’utilizzo dei cellulari a scuola.
Infatti, come riportato in precedenza, l’intenzione del Miur è quella di introdurre gli Smartphone in classe, sempre e solo se autorizzato e sotto sorveglianza del corpo insegnante: “A scuola ci sono già tantissimi device – ha sottolineato la ministra Fedeli -: il tema è regolarli. Questa è anche la condizione non solo per dare gli strumenti, accompagnare nell’utilizzo del digitale ma significa anche educare a tempi e modalità di contenuto nell’utilizzo deidevice“.
Si attende tuttavia il pool di esperti chiamati dal Ministero, che a breve, dovrebbe produrre responso sull’utilità e l’uso dei cellulari che permettono di navigare su internet e svolgere operazioni multimediali.
Lo Smartphone a scuola “potrà essere usato” anche “per documentare, con video e foto, una gita, per tracciare percorsi col Gps durante una visita, per conoscere, grazie alle mappe, una città”.
Detto questo, però, l’ultima parola spetterà al docente. Chi, ad esempio, si ritiene contrario a tale utilizzo, avrà facoltà di non adottare lo Smartphone. Anche a livello di istituto.
Come scritto in precedenza, riproponiamo le dieci regole per l’utilizzo dello smartphone a scuola:
1) accettare il cambiamento tecnologico
2) dotarsi di un regolamento
3) utilizzare il wi-fi
4) condividere la sperimentazione
5) chiarire cosa si può fare e cosa no
6) disabilitare le notifiche
7) è il docente che decide come usarli
8) solo per uso didattico
9) spiegare alle famiglie i motivi
10) educare a un utilizzo etico
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