Il progetto della “Besharat Arts Foundation”, promosso dal mecenate Massoud Besharat, vede esporre in contemporanea a Steve McCurry, artista del National Geographic Magazine di fama internazionale, il fotografo Saro Di Bartolo, Ambasciatore della Fondazione in Italia. Entrambi i fotografi sono infatti rappresentati dalla “Besharat ArtGallery” con sedi ad Atlanta in Georgia ed a Barbizon in Francia.
Si tratta di donazioni di immagini di grande formato, destinate alle scuole, che vengono stampate negli Stati Uniti e spedite in Italia. Nel caso specifico, per essere installate in un ristretto numero di città dell’Isola, tra cui appunto Fiumefreddo.
Le foto vengono collocate in sedi che per caratteristiche di spazio e luce sono idonee a valorizzare adeguatamente la bellezza delle opere donate. Nel progetto “Art in Schools” diffuso da anni negli USA ed in Francia ed ora giunto in Italia, sono state coinvolte ad oggi 157 scuole a cui sono state donate 12.152 opere.
Perché portare l’arte nelle scuole?
Mr. Besharat risponde: “L’istruzione è più che leggere, scrivere e aritmetica. Sebbene non sia sempre confortevole, il nostro mondo è sempre più globale e diversificato. Abbiamo sempre una scelta: stare sulle nostre somiglianze che ci avvicinano gli uni agli altri o enfatizzare differenze superficiali che possono separarci. Una società più armoniosa, equilibrata e prospera si basa sulle somiglianze, piuttosto che sulle differenze.
Alla Besharat Foundation, il nostro obiettivo è coltivare la simpatia e l’empatia tra i bambini di tutte le età. La capacità di comprendere i sentimenti degli altri è fondamentale per i futuri custodi del nostro pianeta e di tutta la vita su di esso.
Il nostro metodo è semplice. Portiamo l’arte nelle scuole nella speranza che il contatto quotidiano con l’arte stimolante aiuti i bambini ad acquisire un livello più profondo di comprensione ed empatia per il nostro pianeta e la sua gente. Non sono necessarie prediche o conferenze: le opere d’arte esposte in uno spettacolo curato da professionisti sulle pareti della scuola forniranno tutte le risposte e, si spera, ispireranno gli studenti.
Il progetto è rivolto alle scuole elementari e medie, poiché sono i bambini più piccoli ad essere più sensibili ad accettare sia nuove idee che nuovi modelli di comportamento.”
Massoud Besharat non è soltanto un ambasciatore delle arti. E’ un uomo socievole con una vasta cerchia di amici internazionali, un narratore che racconta storie allettanti ed un “bon vivant”.
Le gallerie Besharat sono lontane dai cubi bianchi sterili, sono l’antitesi del modello di galleria convenzionale. Sia ad Atlanta che a Barbizon, nella periferia parigina, gli spazi, su più livelli, sono ricavati da edifici storici che conservano elementi originali come travi in legno e muri di mattoni e pietra a vista, fornendo un interessante sfondo strutturale alle opere d’arte.
Gli artisti.
Steve McCurry è uno dei fotografi più famosi del mondo. Negli oltre 40 anni di carriera, ha spaziato con i suoi reportage in più generi, dalla fotografia urbana alla fotografia di guerra ed al ritratto.
Membro della “Magnum”, inizia a lavorare come freelance alla fine degli anni ‘70, realizzando reportage dall’India e dall’Afghanistan ed è presente da decenni nei conflitti internazionali, dall’Iran a Beirut, dalla Cambogia alle Filippine e la Guerra del Golfo.
La svolta nella sua carriera avviene nel 1979, quando entra nelle zone Afghane controllate dai mujahidin, appena prima dell’invasione russa. Quando torna indietro, per attraversare il confine porta con sé i rullini di pellicola cuciti tra i vestiti.
Ha vinto i maggiori premi al mondo, tra cui la “Capa Gold Medal” e le sue immagini a colori, che combinano al meglio l’arte del reportage, della fotografia di viaggio e dell’indagine sociale, sono state diffuse in numerose pubblicazioni in tutto il mondo. Il suo nome rimane però particolarmente legato al National Geographic Magazine, di cui ha realizzato la copertina più famosa di tutti i tempi: la celebre ragazza afgana, fotografata in un campo di rifugiati a Peshawar. L’immagine è stata definita “la fotografia più riconosciuta” negli oltre cento anni della rivista.
Saro Di Bartolo si occupa di fotografia da oltre 50 anni, realizzando importanti reportage in svariati paesi ed ottenendo prestigiosi riconoscimenti, tra cui il 1° Premio sia all’International Travel Photography Grand Prize della United Airlines, su 15.000 fotografi da tutto il mondo, che al concorso Lonely Planet “Mondo Passione Senza Fine”, tra 3.000 autori.
Annovera collaborazioni e realizzazioni editoriali con artisti quali Mario Luzi e Luciano Sampaoli, Zagami Escultura Caracas, Giò Pomodoro alla Biennale di Venezia ed al “Fashion Institute of Technology Museum” di New York. RAI3 ha presentato le sue opere nel corso del programma “Mediterraneo”.
E’ stato autore ospite d’onore ed assegnatario di premi alla carriera al “Circuito OFF Lucca” ed al Premio UCOP, insieme al celebre fotoreporter della Reuters Tony Gentile, nonché ricevente del Garofano d’Argento.
Suoi articoli ed immagini sono apparsi su svariate pubblicazioni tra cui Airone, Bell’Italia, Capital, Geo Travel Magazine, Hemispheres, la Repubblica, Qui Touring. Insieme agli artisti internazionali Simon, Lister, David Lazar e Hartmut Schwarzbach, Saro Di Bartolo è uno dei fotografi del nuovo progetto Arte nelle Scuole. E’ autore di decine di mostre, sia personali che collettive, tra l’altro insieme a celebrità internazionali quali Mike Goldwater e Tim Fitzharris. Tra esse: “Bangladesh”, esposta pure al SI FEST di Savignano, “Ghost Towns”, “Good Morning Vietnam”, “Fotopitture Futuriste”.
La più recente è l’inedita “Burma Life”, che debutta il 15 ottobre 2021 al Med Photo Fest, dove l’artista è stato invitato a partecipare dal fotografo Vittorio Graziano, direttore artistico del prestigioso evento. Il reportage, realizzato prima del colpo di stato dello scorso febbraio, offre la visione di un Myanmar pacifico ed armonioso.
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