“C’è stata una “reazione straordinaria della comunità scolastica rispetto a una situazione di difficoltà senza precedenti, grazie alla flessibilità e capacità di mettersi in gioco che si è vista da parte dei docenti, degli studenti e delle famiglie”. Così Anna Ascani, vice ministra dell’ Istruzione, intervenendo ad una iniziativa della Cgil in diretta su Collettiva.it, parla della scuola durante il coronavirus.
Per Ascani dalla didattica è emerso che “le situazioni di fragilità e disuguaglianze sono più diffuse di quanto si pensasse e si raccontava. Abbiamo avuto modo di entrare nelle case degli studenti e abbiamo visto che cos’è un disagio familiare e sociale, in cui tanti di questi bambini e ragazzi sono inseriti”.
Quindi, “la scuola non può essere ridotta a didattica a distanza, perché uno dei ruoli importanti della scuola è anche quello di tirar via i ragazzi da un contesto di disagio e portarli in uno spazio in cui sia uguale agli altri, dove tutti hanno le stesse possibilità. Questa idea della scuola che possa fare da ascensore sociale non si può fare anche dalla migliore didattica a distanza al mondo, nessun docente può colmare questo gap che si calma solo il presenza. Ora bisogna costruire una ripartenza a settembre in cui si limiti al minimo o speriamo si annulli l’idea che si possa avere una didattica mista, soprattutto per i bambini nella infanzia e della primaria, ma anche nella secondaria. Non possiamo abbandonare a se stessi questi ragazzi”.