Attualità

Asia sud-orientale, il caldo ferma le lezioni frontali: 33 milioni di studenti a casa

Le recenti incursioni degli anticicloni – oceanico, indiano o africano – stanno comportando sempre più la comparsa di fenomeni atmosferici anomali, specie nelle aree con microclimi particolari, come il Mediterraneo. Equatore e Poli spazzano via ogni forma di deviazione climatica creando sempre maggiori contrasti e fenomeni estremi. Ne costituiscono un valido esempio le recenti ed abbondanti nevicate sull’arco alpino. In India e Bangladesh è già giunta l’estate con le sue temperature torride; le deboli piogge stagionali non sono in grado di mitigare l’effetto del caldo. Le città si sono ben presto trasformate in forni, degli inferni ove i cittadini sprovvisti di aria condizionata sono costretti a sospendere le proprie attività o a riprogrammarle. È il caso delle scuole, specie quelle più affollate e site nelle aree più dense sotto il profilo abitativo; strutture vecchie ed obsolete, sovraffollate danno vittoria facile ad un caldo torrido senza precedenti. La recente sospensione delle attività didattiche, in un’area che già conferma problematiche di scolarizzazione ed analfabetismo, ha fatto allarmare i principali soggetti internazionali, i quali hanno invitato a considerare gli effetti diretti del clima ed i relativi cambiamenti sull’educazione scolastica.

Temperature, effetti e vulnerabilità

Il caldo estremo ha costretto la chiusura di tutte le scuole in Bangladesh questa settimana, colpendo 33 milioni di studenti, poiché la temperatura è salita a 42°C, 16 gradi in più rispetto alla media annuale, ha affermato Save the Children. Questo è il secondo anno consecutivo che il Bangladesh è stato costretto a chiudere le scuole e arriva poche settimane dopo le sospensioni indotte dal caldo sia nelle Filippine che nel Sud Sudan. Ciò dimostra come i diritti dei bambini siano sempre più minacciati dall’intensificarsi degli impatti della crisi climatica, ha affermato Save the Children. Il Bangladesh è uno dei paesi più vulnerabili agli impatti della crisi climatica, con il Global Climate Risk Index che classifica il paese situato a bassa quota come il settimo paese più esposto al rischio di disastri estremi al mondo nel 2021. L’erosione è comune e l’anno scorso il Bangladesh ha vissuto la peggiore epidemia di dengue mai vista, che ha ucciso più di 1.000 persone. Gli esperti hanno attribuito l’epidemia alla crisi climatica e ai modelli meteorologici guidati da El Nino che hanno creato una stagione dei monsoni straordinariamente umida. Più di 1 miliardo di bambini, circa la metà dei 2,4 miliardi di bambini del mondo, vivono in paesi altamente suscettibili – e in molti casi già sperimentati – agli effetti del cambiamento climatico. I bambini colpiti dalla povertà e dalla disuguaglianza sono ancora più vulnerabili: la ricerca di Save the Children mostra che un terzo della popolazione infantile mondiale vive con un impatto doppio relativo alla povertà e dell’elevato rischio climatico. 

Una questione continentale

Un’ondata di caldo soffocante nel sud e nel sud-est asiatico ha costretto le scuole in India, Filippine e Bangladesh a sospendere le lezioni nei giorni scorsi. Le temperature record hanno anche sconvolto l’agricoltura in tutta la regione. L’Organizzazione meteorologica mondiale ha avvertito che l’Asia rimane “la regione più colpita da disastri meteorologici, climatici e legati all’acqua”. In Tailandia, quest’anno almeno 30 persone sono state dichiarate morte a causa di colpi di calore. In Italia, nonostante l’arrivo di fondi strutturali del PNRR, non si è provveduto all’ammodernamento sistemico degli istituti scolastici – dei quali la metà possiede oltre 50 anni – per aumentare la rispettiva resilienza alle alte temperature e a fenomeni atmosferici sempre più imprevedibili. La scuola d’estate resta un vago sogno che resta irrealizzabile; lo stesso vale per l’adattamento dei calendari ed al relativo slittamento in modo tale da ovviare le elevate temperature.

Andrea Maggi

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