Come abbiamo discusso, in Trentino Alto Adige dall’anno scolastico 2023/2024 per la scuola dell’infanzia vige un calendario scolastico di ben undici mesi, prorogando l’apertura degli istituti fino a metà estate.
Si tratta di una soluzione da tempo desiderata da molti genitori, in difficoltà nella gestione dei figli nei due mesi estivi di interruzione delle attività scolastiche. I sindacati, però, si sono fin da subito opposti a questa innovazione. Adesso, con l’estate alle porte, le maestre delle scuole dell’infanzia della regione sono in sciopero.
Lo riporta il giornale locale Iltquotidiano. “Chiediamo rispetto per il lavoro e per i bambini”. “Non siamo baby-sitter. Le esigenze dei genitori non si risolvono così”. E poi ancora: “Scuola è progetti, didattica e documentazione”, “Scuola è luogo di relazioni e apprendimento”, questi gli slogan della protesta, scritti su un libro-cartellone portato sotto il palazzo della Regione ieri mattina, 21 maggio.
Ieri mattina oltre 400 maestre e operatrici ausiliari hanno partecipato all’assemblea convocata da Flc Cgil, Cisl Scuola e Satos. Le tre sigle sindacali hanno indetto uno sciopero per lunedì 1 luglio, nel primo giorno dell’undicesimo mese del calendario scolastico.
“La scuola non è un servizio conciliativo — recita un altro messaggio messo per iscritto sul cartellone, che sarà consegnato all’assessora Gerosa — La scuola assicura a tutte le bambine e i bambini capacità e competenze cognitive, relazionali, affettive ed espressive; sviluppa i valori dell’accoglienza, della cooperazione e dell’inclusione. I bambini conquistano la loro identità e autonomia, perché la scuola dell’infanzia è scuola, non è gioco”.
L’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa ha dato mandato al Dipartimento di studiare la modalità organizzativa migliore per l’erogazione del servizio estivo, ma intanto ha lasciato intatto il calendario. “Non siamo maestre contro i genitori — chiarisce una docente in corteo — Dobbiamo avere tutti lo stesso obiettivo. Siamo la scuola dell’Autonomia, dovremmo essere il fiore all’occhiello, e invece non siamo considerati come scuola”.
“Luglio — spiega Bianca Francesconi di Flc Cgil — è arrivato in un momento di stanchezza, che aggrava ulteriormente il carico delle insegnanti. Se negli altri dieci mesi il lavoro fosse organizzato meglio, non ci sarebbe tutto questo dissenso nei confronti di luglio”.
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