Come abbiamo discusso, in Trentino Alto Adige dall’anno scolastico 2023/2024 per la scuola dell’infanzia si arriverà ad un calendario scolastico di ben undici mesi, prorogando l’apertura degli istituti fino a metà estate. L’annuncio è arrivato dall’assessore all’istruzione, Mirko Bisesti, poco prima di Natale.
A quanto pare si tratta di una soluzione da tempo desiderata da molti genitori, in difficoltà nella gestione dei figli nei due mesi estivi di interruzione delle attività scolastiche. I sindacati, però, si sono fin da subito opposti a questa innovazione. Come riporta RaiNews, le maggiori sigle hanno continuato a far sentire la loro voce, parlando di una situazione, a loro dire, gravissima dal punto di vista dei lavoratori della scuola.
Secondo Cisl Scuola, Flc Cgil e Satos la decisione ha innanzitutto come conseguenza negativa l’ampliamento del divario tra la scuola trentina e il resto del sistema di istruzione italiano, proprio in un momento in cui si discute molto di autonomia differenziata.
Poi, i sindacati hanno fatto notare che l’idea è nata nel periodo di grave emergenza pandemica, nel 2020, e che non si tratta, a loro avviso, di una innovazione ma di una misura temporanea che si vuole far diventare strutturale. “Non dimentichiamo che l’esigenza dell’undicesimo mese, nel luglio 2020, nacque in piena pandemia pur non comprendendo il protrarsi di una misura nata come ‘straordinaria’ calpestando di fatto pensieri e diritti, tutti hanno sempre svolto il loro lavoro con dedizione. Che ora l’assessore voglia tradurre quella misura emergenziale in una ‘innovazione’ è inaccettabile”, hanno scritto in una nota.
Proprio per questo, hanno aggiunto, la decisione è destinata a dir loro a provocare una sorta di fuga dei docenti dalla scuola dell’infanzia alla primaria, proprio per evitare di dover prestare servizio un mese in più e per avere condizioni lavorative migliori.
C’è dell’altro. I sindacati credono che la decisione sia stata presa per “finalità meramente elettorali e non pedagogiche“: “Riteniamo che un’iniziativa di questa portata debba poggiare su solide basi pedagogiche, che tengano conto delle esigenze dei bambini con un’attenzione particolare ai bambini con bisogni educativi speciali”, hanno scritto, come si legge su Il Trentino.
“Se è vero che per genitori e famiglie poter contare su un servizio prezioso come la scuola dell’infanzia anche nel mese di luglio può rappresentare un aiuto, è altrettanto vero che le adesioni non sono affatto uniformi sul territorio; dove sono scarse si procede all’accorpamento di bambini di diverse scuole in una unica per rendere sostenibile il sistema, a scapito della continuità didattica e delle relazioni”, hanno aggiunto.
Per le sigle sindacali si dovrebbe invece considerare l’offerta estiva proposta dal terzo settore, magari con incentivi economici alle famiglie.
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