I lettori ci scrivono

Asili aperti fino a fine luglio: una decisione che nega il valore della scuola dell’infanzia e alimenta l’astio sociale verso i docenti

Le numerose lettere e riflessioni scritte dalle insegnanti della scuola dell’infanzia non hanno sortito alcun effetto nel mondo politico e men che meno nella società. Anzi potremmo dire che l’astio sociale nei nostri confronti sia aumentato e sia sostenuto anche dall’agire politico.

‘I dadi ormai sembrano tratti’, dal 2024 entrerà in vigore l’apertura per undici mesi della scuola dell’infanzia. Di fronte a questa decisione, tutt’altro che condivisa e teoricamente fondata, si potrebbe controbattere con due semplici domande: conoscete bene la scuola dell’infanzia? Quanto valore le attribuite?

Ormai è chiaro che ‘non ci siano paletti burocratici / legislativi’ che possano fermare queste decisioni prese dall’alto. Proprio perché non ci sono questi ostacoli tutto sembra lecito, corretto e teoricamente fondato. A quale appiglio ci possiamo appellare come insegnanti per difendere la nostra scuola dell’infanzia? Ad alcuni termini come: valore, principio.

La società odierna è abituata a mettere da parte alcuni valori e principi fondanti come la buona educazione e il viver sociale. Gli effetti sono visibili a tutti, basti vedere come si comportano non solo alcuni bambini ma anche gli adulti. Ora vi chiederete cosa ha a che fare la questione ‘scuola dell’infanzia’ con la questione ‘valori/principi’?

‘Screditare’, passate il termine, la scuola dell’infanzia è in primis una questione di ‘negare il valore’ della scuola dell’infanzia. La società è cambiata ma ci sono ‘valori/principi’ che pur ‘smussandoli’ si devono mantenere. La scuola dell’infanzia ha in toto il valore di SCUOLA. Legislativamente è riconosciuta come grado prescolastico e possiede pertanto tutte le caratteristiche tipiche della scuola: vi lavorano insegnanti, sono previsti tutti gli organi collegiali, l’agire educativo – didattico è frutto di un’attenta programmazione.

Quello che si sta mettendo in atto con l’apertura a luglio delle scuole dell’infanzia è un grande errore di ‘principio/valore’. Siamo tutti consapevoli che i genitori abbiano bisogno di lavorare anche durante l’estate ma non è ‘screditando un grado scolastico’ che si risponde a questo bisogno. La società è cambiata, i bisogni sono cambiati ma ci sono ‘principi/valori’ che devono rimanere fissi nel tempo. Uno di questo è il VALORE della scuola, tutti i gradi di scuola. Forse la maggioranza non ha ancora chiaro che la scuola dell’infanzia è scuola.

Il mondo politico sembra risolvere tutta la questione legata alla scuola dell’infanzia con l’apertura di luglio. Quello che importa è avere il consenso sociale che si traduce poi in termini di voti alle future elezioni politiche.

L’apertura a luglio è stata in primis giustificata dalla pandemia da Covid, poi approvata dalle ‘numerose adesioni’ finite anche sulle prime pagine dei giornali. Poi c’è stato un ripensamento, la promessa di contattare cooperative ed associazioni per trovare delle alternative alla scuola dell’infanzia a luglio, per finire con la delibera dell’apertura di routine a luglio all’alba delle future elezioni.

La promessa che l’apertura a luglio si tradurrà in ‘vera continuità’ con l’esperienza didattica – educativa vissuta dal bambino durante tutto l’anno scolastico. Ma se poi le scuole vengono accorpate, di che continuità stiamo parlando?

Le ‘numerose adesioni’ risultate all’atto dell’iscrizione si sono poi rivelate tali in termini di frequenza reale? Chi ha realmente provato a raccogliere i dati e renderli pubblici? Sono stati fatti dei bilanci in termini di spese?

Prima dell’apertura di luglio delle scuole dell’infanzia, esisteva già un sistema ben collaudato di ‘asilo estivo’. Quindi ‘non esisteva nulla per i bambini a luglio’, come ora sembra emergere. Si trattava di un servizio conciliativo organizzato ben diversamente dalla scuola dell’infanzia, che dava ai bambini l’occasione di incontrare nuovi amici, nuovi spazi, nuove esperienze e attività più a carattere ludico – ricreativo.

A questa riflessione si potrebbero aggiungere molte altre questioni che inficiano la qualità del sistema scuola infanzia: mancanza di personale qualificato per gli incarichi annuali e supplenze in corso d’anno, modalità di assegnazione degli incarichi, numero di bambini per sezione, bambini con bisogni educativi speciali, scatti d’anzianità.

Manuela Costa

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