Come abbiamo già ampiamente discusso, il piano di potenziamento degli asili nido e delle scuole dell’infanzia previsto dal Pnrr sta presentando molte criticità, oggi certificate dalla stessa Corte dei Conti, secondo quanto riporta l’Ansa.
A quanto pare il nostro Paese si trova in ritardo nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza. La Corte ha infatti accertato “sull’intervento, che ha l’obiettivo di creare 264.480 nuovi posti pubblici negli asili italiani entro il secondo semestre del 2025, il mancato rispetto dell’obiettivo intermedio (milestone) nazionale relativo alla selezione degli interventi da ammettere a finanziamento (scaduto il 31 marzo 2022), evidenziando il rischio che il ritardo accumulatosi pregiudichi l’obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori, da raggiungersi entro il secondo trimestre 2023”.
Si raccomanda così al Ministero dell’Istruzione e del Merito, secondo quanto emerge dalla delibera sullo stato di avanzamento del Piano per asili nido e scuole dell’infanzia, di accelerare. Le risorse Pnrr destinate proprio agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, ricordano i magistrati contabili, ammontano a 4,6 miliardi di euro, di cui 700 milioni per progetti già in essere (finanziati con fondi nazionali), 2,4 miliardi per la costruzione di nuovi asili nido, 600 milioni per le scuole dell’infanzia e 900 milioni per le spese di gestione.
Quali problematiche?
La Corte spiega che le spese di gestione hanno causato “un’inadeguata risposta degli enti locali all’avviso pubblico per l’aumento dei posti negli asili nido”. Si raccomanda così al dicastero di Viale Trastevere “una razionalizzazione, nonché la gestione unitaria dei fondi, da trasferire agli enti locali medesimi, destinati ai servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni, correlando le spese da sostenere con i nuovi posti previsti dal Piano”.
Si invita inoltre il Ministero “a completare celermente la relativa istruttoria e a sottoscrivere gli accordi di concessione con gli enti locali beneficiari, in un complessivo percorso di accelerazione a tutela dell’investimento, sia per i suoi risvolti sui migliori risultati scolastici dei bambini destinatari di istruzione prescolastica, sia per l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con riduzione degli attuali divari territoriali e di genere”.
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