Siamo in campagna elettorale e si sa, le proposte di tutti i partiti sono di varia natura e spesso, a prima vista, di difficile applicazione. Fratelli d’Italia, ad esempio, tramite il leader Giorgia Meloni, fra le varie idee che sta rendendo pubbliche, fa sapere che un’azione doverosa che il suo partito vorrebbe portare avanti è quella di rendere gli asili nido gratuiti e che chiudano la sera, nello stesso momento in cui si conclude la giornata lavorativa di uffici e negozi.
La proposta è arrivata nel corso di un’intervista che ha rilasciato Giorgia Meloni a Radio Rai ripresa anche dal Corriere della Sera.it: “Se non torniamo a fare figli non può reggere il sistema di protezione sociale, quello pensionistico né quello sanitario. La soluzione è incentivare le famiglie a fare i figli – dice Meloni. Aiutare le giovani coppie a essere stabili, fare in modo che i servizi possano funzionare, che ci siano asili nido gratuiti per tutti, che le donne non debbano scegliere tra il mettere al mondo un bambino e un posto di lavoro, che le aziende non debbano discriminare o si trovino sempre a dover preferire un uomo ad una donna in età fertile perché non conviene assumerla”.
Nel pacchetto di Fratelli d’Italia per aiutare le famiglie e la natalità, troverebbe spazio quindi la proposta di rendere totalmente gratuito il servizio di asilo nido e soprattutto di allungare l’orario di lavoro di maestre e personale fino al sera, in corrispondenza della chiusura di uffici e negozi, dove magari sono impegnate le mamme lavoratrici: “Fratelli d’Italia – ha spiegato Meloni – ha chiesto alla coalizione di scrivere nero su bianco il Piano di incentivo alla natalità e abbiamo pronto un pacchetto di proposte importanti e precise che metteremo in atto una volta al governo”. Fra cui, appunto, la proposta di asili nido gratuiti, con orari di apertura fino alla chiusura di negozi e uffici e un sistema “di apertura a rotazione a supporto delle madri che lavorano”.
Il piano, almeno in base ad un post Facebook precedente di Giorgia Meloni, potrebbe prevedere anche un reddito bimbo, ovvero un rafforzamento dell’assegno di natalità destinato alle famiglie meno abbienti (400 euro al mese per tre anni). Ma non solo: “congedo di maternità e parentale fino all’80% e fino ai sei anni del bambino, progressiva eliminazione dell’IVA sui prodotti dell’infanzia come i pannolini e latte in polvere”.
Verrebbe da aggiungere, “e chi più ne ha, più ne metta“. Ma in campagna elettorale, da una parte e dall’altra, si sa che si esagera un po’ con le promesse. Pardon, le proposte.
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