Alunni

Asili nido: i numeri dell’accoglienza

Il consiglio europeo tenuto a Barcellona nel 2002 ha posto come traguardo per gli stati membri che i posti disponibili nei servizi per la prima infanzia coprano almeno un terzo della domanda potenziale, cioè il 33% dei bambini sotto i 3 anni. Obiettivo recepito anche dalle leggi italiane, ultimo il decreto legislativo 65 del 2017 che ha ribadito questo impegno.

Ma in Italia che punto siamo?

Agi ha, a tale scopo, elaborato una ricerca secondo la quale l’Italia nella fascia di età 0-3 anni ha compiuto progressi.

Ma cosa sappiamo sulla presenza di questi servizi nei diversi territori?

Al vertice Val d’Aosta, Trentino e aree tosco-emiliane

I dati fanno riferimento al 2014. Disaggregati a livello regionale, mostrano come solo Valle d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna, la provincia autonoma di Trento superino la soglia del 33%. La Toscana l’ha praticamente raggiunta, con un dato di poco inferiore (32,7%).

Al Nord le eccellenze

Tutte le altre sono ancora lontane dall’obiettivo europeo, con delle differenze significative. Le restanti regioni centro-settentrionali si collocano comunque al di sopra della media italiana in quel periodo, con un dato che varia tra il 25,4% del Piemonte e il 28,8% della Liguria. Questo blocco del centro-nord, a cui si aggiunge la Sardegna con un significativo 27,9%, nei prossimi anni potrebbe avvicinarsi o addirittura raggiungere il 33%.

Il Sud indietro, ma con eccezioni

Colpisce invece come in fondo alla classifica si trovino solo regioni del mezzogiorno.

In tre grandi regioni meridionali come Sicilia, Calabria e Campania, i posti disponibili non bastano nemmeno per un bambino su 10.

Se si osserva più attentamente, la media regionale nasconde realtà molto diversificate, anche interne alla stessa regione e nessuna è perfettamente omogenea.

Anzi  al contrario, regioni che presentano una media alta possono nascondere forti squilibri interni. Il fenomeno può essere ricostruito con l’analisi di casi specifici, ad esempio quelli della Sardegna e della Campania.

In ogni caso, precisa Agi, nei prossimi anni sarà interessante vedere se l’Italia raggiungerà il piazzamento al di sopra dell’obiettivo anche nella fascia 0-2 anni, e non è escluso che un miglioramento in regioni molto popolose come Lazio e Lombardia possano migliorare ancora il risultato. Ma accanto al dato nazionale, il vero banco di prova sarà il dato delle regioni meridionali, e ancora di più quello dei singoli comuni.

Al di là della media, pure importante, solo un incremento dell’offerta in aree al momento scoperte ci dirà se le politiche per la prima infanzia nel nostro paese stanno funzionando.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Il docente non può pranzare scuola e a nessuno gliene importa…

Nel ringraziare La Tecnica della Scuola per l'interesse mostrato nella causa in questione, (vedasi https://www.tecnicadellascuola.it/settimana-corta-a-scuola-senza-buoni-pasto-e-a-discapito-dei-docenti),…

02/07/2024

Un calcolo matematico spiega perché i maschi non possono allattare

Non scherzate con la matematica: più si conosce, più si approfondisce e più ci si…

02/07/2024

Precari scuola, conviene richiedere la NASpI entro 8 giorni dalla scadenza del contratto

I docenti e ATA con contratto scaduto il 30 giugno possono presentare domanda di NASpI,…

02/07/2024

Concorso docenti di religione, prorogata la scadenza all’8 luglio

Come riporta Cisl Scuola, il termine di presentazione delle domande di partecipazione alle procedure concorsuali…

02/07/2024

Carmen Consoli: “Come diciamo ai figli che lo studio è importante, se un influencer ha 50mila euro al mese senza fare niente?”

La "cantantessa" Carmen Consoli, intervistata ai microfoni de Il Corriere della Sera ha parlato di…

02/07/2024

Assegnazioni provvisorie 2024, deroghe e vincoli: chi riguardano e chi riesce spuntarla? – Rivedi la Diretta

Arrivata nella serata del 27 giugno, l’Intesa relativa alle assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni per l’anno…

02/07/2024