Attualità

Asili nido: la legge di bilancio rivede il Piano (ma al ribasso)

Il Piano strutturale di bilancio (Psb) previsto con la manovra finanziaria per il 2025 rivede gli obiettivi relativi alla diffusione degli asili nido fissando un obiettivo di copertura regionale del 15% per i bambini sotto i tre anni, anche attraverso strutture private.

Il portale lavoce.info, specializzato da sempre in analisi statistiche e politico-economiche, ha esaminato nel dettaglio il programma del Governo arrivando a concludere che siamo palesemente di fronte ad un cambiamento di strategia rispetto agli obiettivi precedenti e ad un abbandono dell’impegno verso un riequilibrio territoriale

Fino ad ora, spiega l’autore del report Alberto Zanardi, professore ordinario di Scienza delle finanze nell’Università di Bologna e componente del Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa pubblica istituito presso il MEF, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e il successivo “Nuovo piano per asili nido” avevano mirato a destinare risorse soprattutto ai comuni con maggiori carenze di servizi per la prima infanzia.

Il decreto 79/2024 di aprile, pur con un’impostazione centralista, aveva concentrato gli interventi in aree in ritardo per aumentare le opportunità educative. Tuttavia, con il Psb, l’attenzione sembra ora diretta a garantire una copertura regionale minima, piuttosto che a colmare i divari esistenti tra le diverse aree territoriali.

Il nuovo piano estende anche il percorso di consolidamento dei conti pubblici, consentendo un adeguamento più dilazionato e meno oneroso, passando da un orizzonte di 4 a 7 anni.
L’obiettivo attuale prevede una copertura del 15% per regione e – sottolinea Zanardi – solleva diverse perplessità.
Questo tasso di copertura, infatti, non rappresenta  un traguardo ambizioso, ma una realtà quasi già acquisita.
Secondo i dati del Pnrr, sommati agli interventi del “Nuovo piano asili nido”, solo alcuni comuni, come quelli della provincia di Enna, si attestano ancora al di sotto del 15%. Di fatto, quindi, il Psb non promette risultati significativamente superiori

Già la legge di bilancio 2022 aveva fissato un obiettivo di copertura del 33% nei servizi educativi per l’infanzia per ogni comune entro il 2027. Per questo scopo, erano stati stanziati fondi crescenti per garantire un “livello essenziale delle prestazioni” (Lep) in tutto il Paese.

Adesso, il cambio di rotta previsto dal Psb rischia di compromettere la convergenza territoriale verso il Lep del 33%. Mentre i comuni con un buon livello di copertura possono fare affidamento sugli asili pubblici, quelli con una dotazione insufficiente potrebbero dover ricorrere sempre più spesso a iniziative private o soluzioni temporanee. Di fatto, l’obiettivo di garantire il 15% regionale e non di spingere verso un vero riequilibrio tra territori sembra accettare il rischio che alcune aree rimangono strutturalmente svantaggiate.

Reginaldo Palermo

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