Alle regioni del Sud viene riconosciuto un fabbisogno standard superiore alla spesa storica di 60.426.355 euro, mentre nella funzione di asilo nido inferiore di 37.055.094, con un saldo positivo sui due servizi, rispetto alla spesa storica, pari a 23.371.261 euro. A fare luce sui conti del fabbisogno economico della pubblica istruzione nel Mezzogiorno è stata la Sose, interrogata dal Movimento Cinque Stelle di divulgarne i dati ufficiali.
Ad interrogarsi sul problema Luigi Gallo, deputato del Movimento Cinque Stelle e membro della Commissione Cultura alla Camera. “Devo precisare – ha spiegato – che nei Comuni dove non ci sono asili nido, le risorse attribuite sono attualmente sempre 0 sia che si adoperi il sistema di calcolo della spesa storica che quello dei fabbisogni standard. Il problema vero sono i Livelli Essenziali di Prestazione che permettono di superare i limiti della spesa storica e del fabbisogno standard. La legge è inapplicata, è questa la manovra fatta per danneggiare il Sud, ed il M5S è l’unico ad aver prodotto atti concreti, come la risoluzione presentata in Commissione Cultura attraverso la quale chiediamo l’introduzione dei LEP al più presto”.
La SOSE ha stimato che se venisse stabilito dai policy maker che l’indice di copertura minimo per gli asili nido dovesse essere del 12% in tutto il territorio delle Regioni a statuto ordinario sarebbero necessari 380 milioni di euro in più all’anno, cifra che garantirebbe a tutti i Comuni che oggi non hanno asili nido di averne almeno per il 12 % dei bambini.
Al Sottosegretario Delrio, che ha ammesso i ritardi del Governo Renzi sul fronte scolarizzazione 0-2, il M5S “chiede – ha aggiunto il deputato Gallo – di rispettare questo impegno, oltre alla correzione del suo errore tecnico. Le politiche che hanno condotto a questa discriminazione sono state volute tanto dai governi del centrodestra che dal centrosinistra ì, ma non dobbiamo dimenticare le gravi colpe bipartisan degli amministratori del Sud che fanno pagare i prezzi dei loro errori ai cittadini che per un moto di orgoglio dovrebbero mandare a casa come è già successo a Ragusa e Bagheria”.