E’ di questi giorni una importante sentenza del Tribunale di Roma in materia di aspettative per motivi sindacali.
La vertenza ha visto contrapposto il Ministero e il Sindacato Unicobas per una vicenda vecchia ormai di più di due anni.
In pratica il segretario nazionale Stefano d’Errico aveva chiesto di essere collocato in aspettativa sindacale senza retribuzione ma si era visto rifiutare la domanda.
Il Ministero, spiega d’Errico, argomentava che l’istituto dell’aspettativa sindacale non retribuita spettasse, come per quelle a carico dello Stato (e dei contribuenti) solo ai sindacati firmatari di contratto e “maggiormente rappresentative” perché questa è la regola fissata da un contratto nazionale quadro sui permessi sindacali.
“Ma è del tutto evidente – dichiara d’Errico – che si tratta di una regola stabilita in pieno conflitto d’interessi da Cgil, Cisl, Uil, Snals-Confsal, Gilda-Fgu e Miur pattuita con il Ministero allo scopo di riservare ai propri apparati di casta non solo le aspettative retribuite (2000 nel pubblico impiego), ma persino quelle che non danno luogo a nessuna retribuzione”.
“Citando la Corte Cassazione – continua d’Errico – il Giudice ha ribadito invece che quanto previsto dalla L. 300/70 (Statuto dei Lavoratori) non può essere aggirato con un accordo fra Stato, Ministero ed alcune organizzazioni sindacali (a danno di altre). La L. 300/70 è molto chiara: l’aspettativa non retribuita spetta ai membri degli organi statutari dirigenti di qualsiasi organizzazione sindacale”.
Il Giudice ha anche stabilito che “trattasi infatti di un diritto riconosciuto a tutela della libertà sindacale del lavoratore ed alla libera applicazione delle relative attività, costituzionalmente garantito (cfr. artt. 39 e 51 Costituzione), che non è suscettibile di limitazioni o discriminazioni”.
Il Tribunale di Roma ha pertanto riconosciuto il diritto all’aspettativa non retribuita ed ha anche condannato il Miur al pagamento di 5.500 euro di spese.
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