Fa discutere il disegno di legge 1097 presentato pochi giorni fa dalla Senatrice Granato “Modifiche all’articolo 396 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, in materia di ricorso amministrativo al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale”.
Per il momento la proposta non è ancora stata neppure incardinata e quindi non si sa neppure quando e come inizierà l’esame e l’eventuale approvazione, ma c’è già una sigla sindacale che sta protestando: si tratta di Dirigenti Scuola che parla dell’ennesimo tentativo della senatrice calabrese di ridurre ulteriormente i poteri dei dirigenti scolastici.
Ma di cosa si tratta di preciso?
Il ddl prevede una modifica importante alle norme in vigore in materia di ricorsi contro i provvedimenti dei dirigenti scolastici relativi a formazione delle classi, assegnazione delle cattedre ai docenti e formulazione dell’orario.
Attualmente contro questi provvedimenti del dirigente scolastico è contentito solamente il ricorso al Giudice del lavoro, mentre la proposta Granato prevede la possibilità di esperire la strada del ricorso gerarchico improprio.
In altre parole i docenti potrebbero avere la possibilità di ricorrere al direttore dell’USR che avrebbe il compito di decidere entro 15 giorni, affidando l’esame del ricorso ad una commissione formata da tre dirigenti del servizio ispettivo.
Per il momento, fa sapere la senatrice Granato, si tratta solo di una bozza disponibile sulla piattaforma Rousseau che potrebbe quindi subire modifiche anche importanti dopo la consultazione on line.
A difesa di Bianca Laura Granato, attaccata da Dirigenti Scuola, sono già intervenuti i Partigiani della Scuola Pubblica che così scrivono in un loro comunicato: “I dirigenti scolastici ritornano a fare sentire la loro voce forte e chiara contro la democrazia, contro le Istituzioni ad personam, contro chi osa attentare allo strapotere dei capi”.
Per la verità l’impianto del disegno di legge solleva una questione reale ma sorge il dubbio che la soluzione proposta dalla senatrice Granato possa piacere anche alle organizzazioni sindacali: il ddl introdurrebbe infatti il meccanismo del “ricorso gerarchico improprio” per una materia che invece i sindacati della scuola vorrebbero riportare nell’alveo contrattuale. Il ricorso gerarchico, proprio o improprio che sia, starebbe a signficare che la materia è tutta interna all’amministrazione e ai sindacati verrebbe di fatto sottratta la possibilità di occuparsene.