Pochi giorni e avremo i nuovi presidi nelle scuole italiane.
Un in bocca al lupo ed una piccola raccomandazione, se mi posso permettere: entrare nelle scuole scelte o assegnate in punta di piedi, ascoltando, parlando, vedendo.
Non pretendendo niente, ma intanto ascoltare, vedere, leggere i documenti più importanti.
Incontrando anzitutto le figure di sistema, dai vicepresidi al dsga.
Perché qui sta un punto critico che non so quanti di questi vincitori conoscono: la grave carenza di dsga, fondamentali in una scuola.
Entrare in una scuola senza preoccuparsi di raccogliere informazioni e pettegolezzi.
Cercando invece di inserirsi in un tessuto sociale, senza alcuna pretesa dell’uomo solo al comando.
Poi, un po’ alla volta, fare la propria parte, assumersi le proprie responsabilità, ma sempre secondo una leadership aperta, coinvolgente.
Resta la questione centrale: al dunque, un preside è chiamato comunque ad essere responsabile primo e ultimo.
Sono queste qualità o capacità che diranno il valore di una persona che viene ad assumere un ruolo delicato.
La scuola non è una azienda, ma è una organizzazione, secondo finalità ed obiettivi non autoreferenti, perché servizio pubblico, cioè istituzione aperta, cioè “casa di tutti” all’interno di una comunità civile e sociale più ampia.
Resta la domanda: la selezione di questi nuovi presidi ha privilegiato questi aspetti di responsabilità aperta, o la loro individuazione è solo frutto di un nozionismo avulso ed astratto?
A ciascuno un tentativo di risposta.
Poi altra questione: i presidi costretti a migrare in altre regioni per tre anni.
È possibile, la prossima volta, non incappare più in questa criticità?
Basterebbe prevedere concorsi su base regionale, con posti a concorso solo per le sedi effettivamente scoperte.
Come già avviene a Trento.
Quindi, concorsi su piattaforme nazionali ma organizzati su base regionale sui posti liberi.
In Veneto, ad esempio, le sedi scoperte sono 300 circa, i vincitori sono 133, ma i posti individuati dal Miur sono 264, ora coperti con altri DS provenienti da altre regioni.
Vedremo ora l’effettiva articolazione, che avverrà con una sorta di assegnazione d’ufficio, tenuto conto dei vari desiderata.
Tutti i posti saranno dunque coperti?
Dipende anzitutto da quanti sono i riservisti, i cui posti andranno in reggenza, perché credo sia giusto che il diritto venga rispettato e le loro istanze rigettate, per non creare altre ingiustizie.
Quindi, ancora reggenze, che andranno a sommarsi alle sedi scoperte delle scuole sottodimensionate.
Al via, dunque, si parte cioè con l’assegnazione dei nuovi presidi alle scuole.
Una assegnazione che ripropone, per i presidi, quella chiamata diretta cancellata per i docenti. Sperando di mettere la persona giusta al posto giusto.
Ciò che è negato per gli uni, viene poi preteso per gli altri.
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