“Deve essere realizzato un piano di rientro definitivo dei docenti che hanno subito la mobilità forzata dello scorso anno scolastico, gestita da un algoritmo errato”.
A chiederlo sono i comitati dei docenti del Sud, che chiedono a gran voce la concessione delle assegnazioni provvisorie in deroga al vincolo triennale anche per il prossimo anno scolastico. Deroga su cui il Ministero ha imposto un secco stop proprio nell’ultimo anno del triennio, dopo averle concessa per il 2006-2017.
A dare manforte alle richieste dei docenti è arrivata, il 15 giugno, la perizia voluta dalla Gilda degli Insegnanti sul contestato algoritmo sulla mobilità: “Le anomalie dell’algoritmo, evidenti sin da subito lo scorso anno ai docenti ingiustamente trasferiti e vessati dalle continue trovate della “Buona Scuola”, ora sono definitivamente confermate e la perizia tecnica del pool di esperti ingaggiato dalla Gilda, non lascia dubbi”, si legge nel comunicato congiunto firmato da Osservatorio Diritti Scuola, Nastrini Liberi Uniti, 8000 esiliati fase B, Coordinamento docenti fase C e Nastrini rossi.
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“Le conseguenze drammatiche del piano di assunzioni che avrebbe dovuto sanare il precariato nella scuola e correre ai ripari dopo le bacchettate della Corte Europea, sono ormai sotto gli occhi di tutti – spiegano la nota – e la conferma della gestione dei trasferimenti per mezzo di un sistema informatico fallato e dunque fallace, le rende ancora più evidenti e inaccettabili. Oggi dunque si legittima ancora di più la richiesta forte e compatta di concedere le assegnazioni in deroga al vincolo triennale senza alcuna limitazione”.
Secondo i comitati, lo spazio per le assegnazioni al Sud sarebbe più che sufficiente per accogliere tutte le richieste e citano il dato dei posti in deroga sul sostegno, che rappresentano “il 90% di quelli disponibili per comprendere quante cattedre, in caso dell’applicazione di ulteriori vincoli, resterebbero scoperte”.
Le assegnazioni provvisorie costituirebbero quindi “una forma di parziale e momentaneo risarcimento dei danni incalcolabili che la “Buona scuola” e l’amministrazione scolastica ha determinato negli ultimi anni alle famiglie degli alunni e alle famiglie dei docenti e del personale tutto della scuola”.
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