C’è molta attenzione per gli esiti delle assegnazioni provvisorie: ne ha parlato la ministra dell’Istruzione nel corso della conferenza stampa tenuta il 4 luglio al Miur.
La responsabile dell’Istruzione ha detto che questa estate si concederanno “solo per gravi motivi”. A ben vedere, tuttavia, gli esiti della trattativa sul contratto delle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie, conclusa lo scorso 21 giugno, ci dicono che il giro di vite ci sarà ma in fondo poi non così forte rispetto al 2016.
Prima di tutto, va ricordato che per il secondo anno consecutivo, infatti, cadono i vincoli per l’assegnazione provvisoria del personale assunto nell’ultimo triennio e per i neo-trasferiti. E questo è un punto a favore dei sindacati, visto che l’amministrazione sino all’ultimo si è spesa contro tale misura.
Ance sulle motivazioni della domanda, che a breve verranno illustrate con articolo tecnico, non vi sono moltissime novità.
La novità rispetto all’estate scorsa, cui si riferisce la ministra, probabilmente è che gli Ambiti territoriali dovranno esaminare le richieste con molta più attenzione, ad iniziare dalle certificazioni presentate: ricordiamo che si tratta, in prevalenza, di comprovate esigenze familiari, che vanno dal ricongiungimento al convivente, ovvero a tutti coloro che sono compresi nello Stato di famiglia, sino all’assistenza esclusiva a parenti o affini in stato di grave invalidità.
Affrontando il tema delle assegnazioni provvisorie, Fedeli ha assicurato che “dovranno essere concluse entro il 31 agosto 2017. Mentre lo scorso anno, per tutti i motivi che sapete, si conclusero ad anno scolastico iniziato”, ha sottolineato durante la conferenza stampa. Il riferimento al 2016 è pertinente, visto che in pieno autunno c’erano ancora migliaia di docenti “sospesi”, in attesa di destinazione.
La ministra ha poi detto che i “posti di sostegno vacanti non potranno essere dati in assegnazione provvisoria a personale non specializzato nella disabilità: questo – ha sottolineato Fedeli – anche “per rigore e rispetto nei confronti dei soggetti per i quali le assegnazioni vengono realizzate”.
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A nostro avviso, è soprattutto questa ultima disposizione, anticipata dalla Tecnica della Scuola da un paio di settimane, che impedirà a diversi docenti di avvicinarsi a casa: lo scorso anno, infatti, un numero altissimo di maestri e insegnanti della secondaria ottenne l’assegnazione provvisoria su sostegno, pur in assenza del diploma di specializzazione.
Decisive, per questa organizzazione a “maglie larghe”, furono le spinte degli Enti locali: sindaci e governatori, in particolare, a nome dei loro cittadini-docenti chiesero alle massime istituzioni del Miur (ma anche a diversi parlamentari), attraverso colloqui o richieste scritte formali, di trovare loro una sistemazione più idonea. La motivazione principale fu che tanti docenti conterranei, troppi, furono spediti dall’algoritmo ministeriale a centinaia di chilometri.
Addirittura, furono stipulati accordi regionali, in particolare in Campania e Sicilia.
Il risultato fu quello che poi abbiamo visto, con tante cattedre assegnate sino ad avente diritto e poi in assegnazione provvisoria quando le lezioni erano iniziate da mesi.
Quando la nuova ministra Fedeli è stata informata di tutto ciò, anche dalle associazioni dei genitori e degli alunni disabili, ha detto basta.
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