La “battaglia” sindacale e politica contro il vincolo quinquennale deve considerarsi ormai virtualmente conclusa.
Dalle ferme richieste iniziali avanzate dai sindacati al risultato finale la distanza è notevole.
Come si sa il decreto legge 126 del 2019 aveva previsto il vincolo di permanenza quinquennale su istituzione scolastica stabilendo anche che la norma non possa essere derogata dai contratti collettivi nazionali; nonostante ciò i sindacati già lo scorso anno (e ancora di più quest’anno) avevano chiesto che con il CCNI sulla mobilità si cancellasse la disposizione.
Nel frattempo anche la politica si è mossa e in particolare il senatore della Lega Mario Pittoni, negli ultimi ha tentato più volte di far inserire in questo o quel decreto, una norma di modifica del DL 126/19.
L’ultimo tentativo c’è stato proprio con il decreto sostegni che però è arrivato alla Camera quando ormai il Ministero aveva già emanato la nota per dare avvio alle operazioni di mobilità annuale per il 2021/22.
Fino all’ultimo Pittoni ha provato a spiegare che – a suo parere – il Ministero potrebbe benissimo emanare una nota anche solo sulla base di un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio.
Di fatto, però, per il momento le votazioni sugli emendamenti non sono neppure iniziate e appare altamente improbabile che per quest’anno possa cambiare qualcosa.
Intanto, comunque, il decreto 73 (Sostegni bis) ha ridotto il vincolo da 5 a 3 anni mentre i sindacati sono riusciti ad ottenere qualche deroga rispetto alla posizione iniziale del Ministero.
Con la nota del 14 giugno scorso il Ministero ha aperto infatti le assegnazioni provvisorie anche ai “vincolati” ma con figli di età inferiore ai 3 anni e ai coniugi conviventi dei militari trasferiti d’ufficio.
I sindacati hanno accolto positivamente la novità, la Flc-Cgil ha persino parlato di “segnale positivo di una ripresa nelle relazioni sindacali”.
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