Categorie: Mobilità

Assegnazioni provvisorie non concluse, docenti furiosi: partono gli esposti

Assegnazioni provvisorie: storia di un “pasticcio” annunciato. La data del 1° settembre sbugiarda il crono-programma ministeriale del “tutti in classe”.

Perché diversi insegnanti, soprattutto quelli che hanno presentato domanda alle province più grandi, rimangono in attesa di conoscere il loro destino.

I dubbi e i timori intorno al contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie si sono rivelati fondati, anche alla luce dell’infruttuoso incontro tra sindacati e Miur del 31 agosto.

Sugli ultimi sviluppi della mobilità annuale, La Tecnica della Scuola ha intervistato Leonardo Alagna, direttore dell’Osservatorio Diritti Scuola.

 

Alagna, sembra che l’anno sia partito con i soliti problemi legati agli spostamenti dei docenti. Perché non si riesce a voltare pagina?

La scuola non funziona più perché non ci sono le risorse. Inoltre, gli Uffici Scolastici Provinciali sono stati lasciati soli con pochissimo personale e senza strumenti.

 

Quindi, ci conferma che il problema è anche negli organici ridotti degli uffici scolastici?

Sì. Ci sono situazioni in cui il personale è composto da due sole persone che devono addirittura stilare le graduatorie a mano.

 

E ora partiranno pure i ricorsi…

Infatti: nella maggior parte dei casi le graduatorie sono provvisorie e gli stessi Ambiti territoriali potrebbero ricevere dei reclami che potrebbero stravolgere le posizioni e quindi le assegnazioni di sede. È chiaro che in una situazione di carenza estrema di personale addetto, il margine di errore è altissimo.

 

Bisogna anche considerare che nei giorni scorsi molti dipendenti (giustamente) erano in ferie…

Venerdì scorso sono stato al Miur e non ho avuto la possibilità di confrontarmi con nessuno: erano tutti al mare.

 

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Le risulta che molti docenti siano ancora in attesa di una decisione definitiva sulla loro mobilità annuale?

Certamente: il fatto che gli Uffici scolastici territoriali non siano riusciti a dare le assegnazioni è gravissimo, ci sono docenti che non hanno cattedra e quindi nessun tipo di garanzia di vita.

 

Cosa pensate di fare per tutelarli?

Pensiamo di fare un esposto alla Procura della Repubblica, anche perché secondo noi la Legge 107 ha molti elementi di incostituzionalità. Ma non solo: la prossima settimana faremo anche un esposto alla Corte di Giustizia europea, perché qui si ledono i diritti fondamentali delle persone, come quello di vivere con il proprio nucleo familiare. Inoltre siamo già pronti, con il sostegno delle famiglie, per cominciare una battaglia legale per trasformare i posti in deroga in organico di diritto, in modo da mettere la parola fine a questo scempio. 

 

Eppure il contratto sulla mobilità annuale, sottoscritto il 21 giugno scorso da sindacati e Miur, sembrava avere indirizzato la situazione verso il meglio…

Non mi sembra: i vertici dei sindacati nazionali dovrebbero dimettersi in toto per aver firmato quel contratto. Inoltre, tutte le manifestazioni, le conferenze stampa e i comunicati avevano lo scopo di stimolare le amministrazioni locali ad aprire un confronto con il Governo sul tema, ma ciò il più delle volte non è avvenuto.

 

Il paradosso è che permangono tante cattedre vacanti: come mai?

Siamo al corrente che al Nord ci sono stati tanti posti non ricoperti, nonostante le chiamate di immissione a ruolo. Per quei posti il Miur aveva sicuramente messo a bilancio dei fondi che dunque sono ancora disponibili. La nostra proposta è di ridistribuire geograficamente quei posti su tutto il territorio nazionale per recuperare ad un errore che parte addirittura del decreto Carrozza. 

 

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Luca Protettì

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