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Assegnazioni provvisorie, sui posti di sostegno problemi irrisolti a Palermo

“Anche quest’anno, l’avvio dell’anno scolastico a Palermo e provincia si caratterizza per gli innumerevoli problemi irrisolti, a partire dalla vicenda sempre aperta dei posti di sostegno”: con queste parole, il segretario generale della Uil Scuola di Palermo e della Sicilia Claudio Parasporo commenta l’inizio della stagione 2018 – 2019.

“Le operazioni di assegnazione provvisoria hanno visto molti docenti a lavoro nel Nord Italia rientrare a Palermo – spiega Parasporo – grazie al CCNL integrativo sulla mobilità che, di fatto, ha consentito loro di essere destinati al sostegno anche in assenza di specializzazione, ma con almeno un anno di servizio alle spalle”.

“Occorre dare atto all’Ambito Territoriale di Palermo, ovvero l’ex Provveditorato agli Studi – precisa il segretario – di avere lavorato con ritmi serrati e, malgrado l’inevitabile stress, gli uffici sono riusciti a elaborare migliaia di domande di assegnazione, permettendo così al personale di essere in aula almeno all’avvio delle lezioni”.

Malgrado ciò, però, il problema dei posti di sostegno dati annualmente rimane centrale, poiché gli specializzati non possono essere trasferiti in provincia di Palermo se non stabilizzati.

Le preoccupazioni del sindacato, tuttavia, si concentrano anche attorno al modello organizzativo del tempo pieno che, secondo la Uil Scuola di Palermo, occorrerebbe potenziare.

Un tema che il sindacato ha di recente affrontato in occasione della visita del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in città e che è stato anche sottoposto all’attuale assessore regionale al ramo della giunta Musumeci Roberto Lagalla .

Quest’ultimo, in via sperimentale, ha siglato con il ministro un accordo per avviare il progetto pilota nelle province isolane.

“È senza dubbio apprezzabile l’avvio di un progetto pilota a cura della Regione Siciliana che vede la sperimentazione del tempo pieno in nove scuole primarie siciliane, una per provincia – afferma l’esponente della Uil Scuola – tuttavia siamo ancora ben lontani dagli standard del resto d’Italia: il nostro auspicio è che esso venga esteso a un numero sempre più elevato di istituti”.

“Infine, ma non certo in ordine di importanza –conclude Parasporo – chiediamo un piano di investimenti che preveda sia l’adeguamento tecnologico degli edifici che la loro messa in sicurezza, coniugando il decoro esteriore con la necessità di tutelare l’incolumità di studenti e personale”.

Redazione

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