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Assemblea a scuola sulla cannabis interrotta dalla polizia, la questura di Enna smentisce. La ds: “L’istituto è parte lesa”

Ci sono aggiornamenti sul caso dell’assemblea studentesca al liceo Majorana-Cascino di Piazza Armerina (Enna) sulla legalizzazione della cannabis, autorizzata dalla preside, interrotta da alcuni agenti della polizia che hanno chiesto i documenti di identità ad alcuni studenti, i rappresentanti d’istituto, per identificarli.

La preside ribadisce di aver autorizzato tutto

La questura di Enna, come riporta Il Corriere della Sera, ha smentito in una nota: secondo questo documento gli ispettori non sarebbero mai entrati a scuola e non avrebbero mai identificato gli studenti. Ma a confermare il tutto sono gli stessi ragazzi, tre rappresentanti d’istituto e due della consulta provinciale: “Quando abbiamo chiesto perché volessero i nostri documenti, ci hanno risposto che le domande le facevano loro”.

La dirigente scolastica Lidia Di Gangi, che non era presente a scuola nel momento in cui hanno avuto luogo i fatti, si è presa un po’ di tempo per analizzare la situazione dopo che è stata raggiunta da alcuni docenti che hanno denunciato la cosa. “Mi hanno passato un ispettore al quale ho detto che l’assemblea era da me autorizzata nell’ambito di un percorso formativo avviato da tempo. Ho chiesto anch’io perché. Pare che la segnalazione anonima fosse arrivata in questura, ad Enna. Ma la scuola è parte lesa in tutta questa brutta vicenda”.

Interrogazione parlamentare a Valditara e Piantedosi

A commentare è stato il vicesegretario uscente del Pd, Beppe Provenzano, originario della zona, che minaccia guerra: “Adesso la domanda la facciamo noi depositando una interrogazione parlamentare al ministro Valditara e al ministro Piantedosi. Chi e che cosa ha autorizzato l’intervento della polizia in una regolare assemblea di studenti? È un fatto gravissimo che ricorda stagioni della storia del nostro Paese a cui non vogliamo, e non consentiremo di tornare. Qualcuno vorrebbe far respirare un’arietta autoritaria nelle scuole d’Italia”.

Ancora una volta, come avvenuto nel caso di Annalisa Savino, preside del liceo Da Vinci di Firenze la cui lettera sui rischi del fascismo è stata criticata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sembra esserci una crepa tra scuola e Stato.

La preside ha precisato: “L’assemblea congiunta è stata richiesta dai rappresentanti di classe sulla base di una programmazione con la consulta provinciale. Una partecipazione estesa, attraverso le piattaforme Meet, agli alunni collegati dalle singole classi e a un esperto, Pierluigi Gagliardi, rappresentante dell’associazione ‘Meglio legale’. Obiettivo era quello di riflettere e presentare agli studenti un quadro normativo argomentando la tesi di un auspicato utilizzo legale della cannabis per contrastare i fenomeni di criminalità connessi con lo spaccio clandestino”.

Redazione

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