Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde a una interrogazione sull’intervento delle forze dell’ordine in occasione dello svolgimento di un’assemblea sulla legalizzazione della cannabis dell’istituto «Majorana-Cascino» a Piazza Armerina, in provincia di Enna, a firma del deputato del Movimento 5 Stelle Antonio Caso e altri.
Sulla vicenda, accaduta qualche giorno fa, sono intervenuti diversi esponenti politici e la stessa dirigente scolastica che ha affermato: “Mi hanno passato un ispettore al quale ho detto che l’assemblea era da me autorizzata nell’ambito di un percorso formativo avviato da tempo. Ho chiesto anch’io perché. Pare che la segnalazione anonima fosse arrivata in questura, ad Enna. Ma la scuola è parte lesa in tutta questa brutta vicenda”.
Tuttavia, la questura di Enna, come riporta Il Corriere della Sera, ha smentito in una nota: secondo questo documento gli ispettori non sarebbero mai entrati a scuola e non avrebbero mai identificato gli studenti. Ma a confermare il tutto sono gli stessi ragazzi, tre rappresentanti d’istituto e due della consulta provinciale: “Quando abbiamo chiesto perché volessero i nostri documenti, ci hanno risposto che le domande le facevano loro”.
Da notizie di stampa si apprende che, in data 1° marzo 2023, le forze dell’ordine sono entrate nell’istituto «Majorana-Cascino» a Piazza Armerina, in provincia di Enna, interrompendo un’assemblea congiunta regolarmente autorizzata dalla preside dell’istituto con all’ordine del giorno il tema della legalizzazione della cannabis, un appuntamento organizzato insieme all’associazione «Meglio legale» come momento di informazione sul tema; nonostante le rassicurazioni della preside, date telefonicamente a un ispettore, sul fatto che l’assemblea era stata regolarmente autorizzata, alcuni agenti del locale commissariato sono intervenuti chiedendo le generalità dei rappresentanti d’istituto che avevano organizzato l’assemblea.
L’assemblea congiunta – secondo quanto riferito dalla preside – è stata richiesta dai rappresentanti di classe sulla base di una programmazione con la consulta provinciale e ha visto la partecipazione a distanza degli alunni collegati dalle classi e del rappresentante di «Meglio legale», che ha presentato agli studenti il quadro normativo, chiarendo subito che l’obiettivo dell’associazione è quello di argomentare tesi circa l’auspicato utilizzo legale della cannabis per contrastare fenomeni di criminalità; pare che l’ispezione della polizia sia scaturita da una segnalazione arrivata dalla questura di Enna.
L’articolo 21 della Costituzione italiana recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»; l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea recita: «Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera».
Il tema della legalizzazione della cannabis è un tema attuale, che desta vivo interesse sia a livello nazionale che a livello internazionale ed è presente nel dibattito pubblico e istituzionale, discusso anche nelle aule parlamentari; al momento non risultano pubbliche spiegazioni sull’accaduto, pertanto, agli occhi degli interroganti, senza ulteriori motivazioni espresse sui fatti riportati, questo intervento risulta sproporzionato, ingiustificato e intimidatorio.
Se il Ministro interrogato possa ricostruire nel dettaglio quanto accaduto, contribuendo a individuare in tal modo, per quanto di competenza, le dinamiche e le motivazioni che abbiano reso necessario un simile sproporzionato intervento.
Premetto che ho risposto in relazione ai fatti di Firenze con una condanna chiara di qualsiasi violenza, quindi quanto è stato affermato non corrisponde al vero. Per quanto riguarda l’interrogazione che è stata presentata, l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia ha comunicato quanto segue. Lo scorso 1° marzo, presso l’Istituto Majorana-Cascino di Enna, si è tenuta, sulla base della programmazione dei Rappresentanti alla Consulta provinciale, una Assemblea congiunta, richiesta sia dai Rappresentanti di Istituto che dai Rappresentanti di classe.
Nel corso dell’Assemblea, regolarmente autorizzata dalla dirigente scolastica, si è svolto un incontro con gli esperti dell’Associazione “Meglio legale” che è stato seguito dagli studenti e dai docenti collegati da remoto dalle rispettive aule. Ciò premesso, relativamente all’intervento delle Forze dell’Ordine, risulta che due rappresentanti della Polizia di Stato, nell’ambito dei servizi di prevenzione sul territorio, si siano recati presso l’Istituto in argomento e che abbiano interloquito con un docente e con la dirigente scolastica, la quale ha precisato che non sono state poste in essere ulteriori azioni da parte delle Forze dell’Ordine e che l’Assemblea si è conclusa in un clima sereno.
La stessa Questura di Enna ha, peraltro, già precisato con un proprio comunicato stampa che “risulta destituita da ogni fondamento la notizia che gli studenti partecipanti all’assemblea siano stati formalmente identificati e che la stessa sia stata interrotta e/o ritardata”. Chiarito, dunque, che l’intervento delle Forze dell’Ordine non ha interferito sullo svolgimento dell’assemblea, mi sia consentito ribadire, anche in questa sede, il fermo convincimento dell’alto
valore educativo della nostra scuola, intesa non solo come luogo di apprendimento, ma anche come comunità all’interno della quale si dispiega il percorso di crescita individuale e collettiva dei nostri ragazzi, ed in cui libertà e autonomia sono valori fondamentali.
Alla scuola, infatti, è assegnato il compito di preparare i giovani alle sfide della vita aiutandoli a crescere come persone adulte e responsabili. Ebbene, voglio affermare con chiarezza che in questo percorso i momenti di confronto offerti dalla scuola costituiscono strumenti di conoscenza e di crescita della personalità, nell’esercizio della dialettica e nel rispetto delle regole del contradditorio: elementi, questi, che sono alla base di quel nucleo di valori che possiamo definire di “cittadinanza consapevole”.
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