La riprova? I circa 180 partecipanti, laici, religiosi, giovani, attenti e propositivi.
L’apertura è di tutto rispetto: il professor Alessandro Leto, segretario particolare del ministro Stefania Giannini, riconferma le linee programmatiche del Governo: ragionare in termini di libertà di scelta educativa e abbandonare la visione ideologica del conflitto tra scuola pubblica statale e pubblica paritaria.
Il lavoro degli esperti del Ministero: si sta lavorando a) al calcolo di un costo standard dello studente; tema caro a suor Anna Monia Alfieri, sul quale ha scritto lungo questi anni, b) a comuni percorsi di valutazione,
c) e di accesso al reclutamento.
Il focus è la missione educativa della scuola pubblica tutta, statale e paritaria, afferma Leto, allo scopo di non far soccombere, nella forma mentis degli agli alunni nativi digitali, l’orizzonte di una tradizione umanistica tipicamente italiana. Come dire: anzitutto saper leggere e scrivere.
Resta la difficoltà di progettare a livello nazionale, per la grande differenza locale delle scuole. Luci e ombre lungo lo Stivale… che il Ministero non ignora.
Difficoltà di valutazione? Invalsi poco attendibile? Forse il segretario particolare del Ministro si aspettava la domanda della preside Sanfilippo: “E’ prudente lasciare a Invalsi la valutazione delle scuole? Il cheating è sempre in agguato…” L’interlocutore non si pronuncia sul fenomeno di specie, ma assicura un modello diverso di valutazione per un differente modello di scuola. Occorre anche convincere le Scuole ad una più attenta analisi dei risultati Invalsi. Inutile partecipare al progetto, se poi i risultati non vengono valorizzati!
La dott.ssa Fusco dell’Ufficio scolastico politiche giovanili porta il saluto della direttrice Delia Campanelli appena nominata e già al lavoro sul campo. L’Usr ha ben presenti le 1800 proposte sulla Buona scuola e ha focalizzato i seguenti punti: corresponsabilità tra una rete di multi attori, consapevolezza di una certa latitanza delle famiglie e di un conseguente disagio degli studenti.
Due tra i principali obiettivi da perseguire: la presenza stabile nelle scuole di un educatore o di un pedagogista; la possibilità di detrarre spese scolastiche. Il dialogo con il pubblico in sala è interessante: dalla necessità di azzerare i diplomifici, pochi ma fastidiosi, alla necessaria valorizzazione del sistema ISO, argomenti su cui la dott.ssa Fusco è pienamente concorde. Come lo è sul problema dei fondi inadeguati (quando addirittura non esistenti) per il sostegno agli alunni diversamente abili: la risposta è che i fondi concessi dal Ministero alle Regioni sono limitati. Sono però stati immessi in ruolo 6000 docenti di sostegno. Lo stesso problema vale per i CFP, vera eccellenza di regione Lombardia.
La soluzione, per l’immediato? Mettersi il più possibile in rete fra di noi e con gli enti locali. Come è stato fatto – ha ricordato la presidente Alfieri – con l’accordo estivo fra tutte le Associazioni – Usrl-Comune di Milano per un incremento sostanziale delle ore di sostegno a fronte di una rinuncia della Fism a parte dei contributi.
La fase del dibattito in aula è aperta dal moderatore, don Giorgio Zucchelli, direttore Nuovo Torrazzo e referente della Fidae Crema, che presenta Renato Lavezzi e Francesca Altimari, studenti MSC dell’Area Nord, e Maria Grazia Colombo del direttivo AGESC nazionale.
Lavezzi ricorda che il MSC è al tavolo del MIIUR, della Commissione scuola della CEI e del forum delle associazioni studentesche. Non mancano le difficoltà per gli Studenti Cattolici: il pregiudizio ideologico è a mille… Motivo in più per un coordinamento sempre più stretto fra MSC, AGESC, FIDAE. L’unità nella diversità delle Associazioni è il motore della Buona Scuola. Lavezzi e Altimari ringraziano sr Alfieri dell’azione che compie a favore di questa unità presso la Lombardia. Altimari ha lavorato al documento presentato al Ministro nell’incontro con le associazioni del 17 ottobre u.s. e ricorda l’intervento sulle paritarie dell’on.le Giannini a conclusione dell’incontro. Piace agli studenti che la Buona Scuola sia al centro dibattito; l’occasione era propizia per evidenziare alcune problematiche, già comunque attenzionate dal Ministero:l’importanza del rapporto docente-alunno e pertanto la necessità di evitare un turn over di docenti, che sono figure di riferimento; la vera autonomia gestionale delle scuole pubbliche statali; la grave ingiustizia dei Pon non ancora accessibili alle paritarie; la necessità di un fundraising per le scuole pubbliche (statali e paritarie) con i dovuti controlli; il grave vulnus della dispersione scolastica, non ancora sufficientemente combattuta, a cui potrebbe porre rimedio un progetto integrato di scuola-lavoro, con la proposta di una carta di diritti-doveri per gli studenti in alternanza. Grande apprezzamento, da parte degli studenti del MCS, dell’intervento finale del ministro che evidenziava come al 12% degli studenti che frequentano le pubbliche paritarie sia destinato solo l’1% del bilancio dell’Istruzione.
Maria Grazia Colombo, già presidente AGESC per due mandati, ribadisce l’importanza del coordinamento tra associazioni, con una opportuna angolatura familiare nel guardare alla Buona Scuola.
In tal senso si unisce ai giovani del MSC e ringrazia anch’ella la presidente della Fidae Lombardia, suor Anna Monia Alfieri, per il lavoro puntuale e tenace che compie teso a favorire un dialogo costruttivo e un collegamento efficace di tutte le associazioni dei gestori, docenti e genitori presenti sul territorio e tra queste e le Istituzioni locali e regionali, la definisce il “motorino” di questa sinergia.
Quattro i punti toccati dal suo appassionato intervento:
1) i genitori sono una risorsa: occorre favorirne la responsabilità. E’ infatti l’educazione dei figli il motivo fondante della scuola in quanto tale ed è anche il motivo per cui la scuola stessa è detta “pubblica”: per tutti. Occorre la collaborazione tra le componenti: genitori, docenti, alunni. Gli stessi ragazzi devono essere formati alle problematiche della Buona Scuola, almeno i liceali e i maggiori della secondaria di I grado: che sappiano, per poter discutere a ragion veduta… anche di contributi al funzionamento!
2) una scuola di qualità per tutti e per ciascuno: affermiamo che uno è diverso dall’altro, ciascuno va rispettato per la sua originalità, quindi occorrono offerte formative coerenti con le diversità. Nella scuola pubblica statale devono realizzarsi pienamente l’autonomia e il reclutamento da parte dei dirigenti;
3) la pluralità dell’offerta formativa deve entrare nel linguaggio comune. Nel FORAX dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ci sono molte associazione di genitori: è stato redatto un documento comune riassuntivo dei singoli contributi.
4) le scuole pubbliche paritarie devono stare dentro il sistema da protagoniste e porre sul tappeto le questioni comuni, tra cui:
– la possibilità di entrare in ruolo in tempi successivi per i docenti delle paritarie (problema indicato da Alfieri come allo studio della FIDAE nazionale);
– la possibilità di reperire finanziamenti privati per la scuola pubblica tutta;
– l’incremento di una mentalità di collaborazione tra le Associazioni;
– l’opportunità di partecipare a reti di scuole, senza auto-esclusioni o chiusure ideologiche, anche da parte cattolica.
Le esperienze positive di collaborazione con i genitori non mancano e l’uditorio le conferma.
Don Zucchelli esprime la necessità di sensibilizzare maggiormente il clero diocesano nei confronti della scuola cattolica e chiama ad esprimersi don Gianbattista Rota, responsabile IRC e Pastorale Scolastica della diocesi di Milano. Come la chiesa milanese guarda al mondo della scuola tutta?
Don Rota ribadisce l’importanze delle Associazioni e… dei click telematici. Che esse esprimano il loro parere. La scuola paritaria sia spina nel fianco per promuovere la cultura della persona, nel rispetto dell’identità di ciascuno, come di quella dell’agenzia formativa. La scuola cattolica può essere fucina educativa anche, ad esempio, per il mondo mussulmano, senza pregiudizi, ma anche senza contaminazioni inopportune del carisma di fondazione della scuola stessa.
Il ringraziamento finale della presidente Alfieri va al consiglio e ai membri della FIDAE Lombardia; la collaborazione tra scuole e associazioni procede con un interrogativo di fondo: la scuola, che è stata per anni alla periferia di tutti (politica, istituzioni), è stata riportata al centro dell’agenda della Repubblica? La Buona Scuola sa intercettare la realtà italiana? I fondatori delle scuola pubbliche paritarie come l’avrebbero letta? Sicuramente guardando alla famiglia come il regno della libertà e della responsabilità indicato dalla Costituzione Italiana. Di fatto, il diritto costituzionale è attribuito ma non garantito. Il 10 maggio il papa ha parlato alla scuola tutta; tutti i 300.000 presenti guardavano alla buona scuola, che è figlia della libertà di scelta educativa in una pluralità di offerta formativa. Altrimenti è ideologia, che si sconfigge con la cultura. Tertium non datur.
Occorre la tenacia della goccia che scava la roccia.
La presidente FIDAE Lombardia parlando del documento “La Buona Scuola”: Se è vero che una buona scuola la fanno i docenti e un dirigente competente, questa buona scuola serve agli allievi e non può essere tale se non si apre alla famiglia e al territorio. Il documento del governo prefigura conseguenze strutturalmente inevitabili, che di questa condizione sono figlie: “valutazione, trasparenza, apertura, burocrazia zero”, per migliorare la scuola. Un sistema nazionale di valutazione, dice il testo, che “sarà reso operativo dal prossimo anno scolastico per tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie”. Passaggio di non poca importanza.
Ora a un governo che ha dichiarato sia che” la scuola è una sua priorità”, sia che “la scuola pubblica è statale e paritaria” con tutto ciò che implica, i cittadini devono esigere che l’Italia, in quanto Stato di diritto, recuperi la propria responsabilità di attore capace di “garantire” i diritti che riconosce. Visto anche nello stesso documento dice che si deve “lavorare per dare alle scuole paritarie maggior certezza sulle risorse loro destinate, nonché garanzia di procedure semplificate per la loro assegnazione”. Due punti centrali, che finora sono quasi sempre stati disattesi.
Occorre che le risorse pubbliche siano certe nei tempi di erogazione, determinate nella quantità, al fine di realizzare quanto è necessario al territorio, alle indicazioni delle famiglie, al benessere degli alunni, alla mission sociale della comunità educante.
E soprattutto introducendo il costo standard dello studente, da erogare alla scuola pubblica statale e paritaria. Uno strumento che in tempi di spending review permetterebbe di risparmiare da una parte e investire meglio dall’altra.
Le notizie finali del convegno sono fornite da don Stefano Mascazzini riguardo alla presenza FIDAE all’EXPO Training, dal 3 al 5 giugno, allo scopo di ospitare il tema della parità presente nei Paesi europei ed extra UE; ampio spazio sarà offerto alle associazioni, anche attraverso un blog, con l’assicurazione che le spese sono già tutte sponsorizzate.
Il dott. Torresan espone in finale il tema: educarci per educare alla comunicazione multimediale e rimanda al sito FIDAE Lombardia per un approfondimento in ppt. Fondamentale l’excursus storico per comprendere la rivoluzione digitale odierna e i pericoli, oltre ai vantaggi, che essa pone soprattutto ai bambini e ai giovani oggi. Come lasciare il proprio figlio alle due di notte nella piazza della Stazione Centrale… I rischi vanno guardati in faccia: adescamento, furto di identità, isolamento sociale (solo relazioni virtuali facilmente interrompibili), sdoppiamento personalità, distacco dalla realtà, danneggiamento della reputazione, crimini informatici. La Polizia postale italiana è molto abile, ma ciò che esce dai confini non può essere controllato.
Alcune difese vanno messe in atto da parte dei Genitori, supportati dalle Associazioni; la principale? creare una relazione (non virtuale!) con i propri figli.
Prossimo appuntamento: l’Assemblea Fidae Nazionale che si terrà a Roma nei giorni 27/28 novembre 2014.
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