A Milano, presso il liceo scientifico Leonardo da Vinci, lo scorso 30 gennaio si è tenuto un incontro organizzato dagli studenti in cui si è parlato di diritti gay, Lgbt, malattie trasmissibili e Aids, omosessuali e transgender che hanno raccontato del proprio coming out. Ma alcuni professori sono insorti e hanno manifestato tramite una mail al Comitato dei genitori il proprio dissenso nei confronti di questa iniziativa.
L’evento era stato autorizzato dalla preside, si legge sulla pagina milanese del Corriere della Sera.it, la presenza di relatori esterni approvata dal Consiglio d’istituto. Procedura seguita alla lettera, tutto regolare: “Gli studenti hanno il diritto e dovere, ma non l’obbligo, di partecipare all’assemblea. Ci si può astenere, come per il voto», ha sottolineato la dirigente Luisa Amantia in una circolare. Le fa eco il vicepreside dell’istituto: “Prendiamo atto della perplessità di alcuni insegnanti ma lo stesso Miur prevede che l’assemblea sia gestita dagli studenti senza che la dirigente o gli organismi possano influire sulle loro scelte”.
Ma ecco la mail in cui gli insegnanti contrari all’assemblea mostrano le loro perplessità: “Il Collegio docenti ha saputo di questa iniziativa studentesca, del tema e dei relatori soltanto sabato, con la circolare pubblicata sul sito della scuola — scrivevano gli 11 docenti al Comitato dei genitori —. Che gli insegnanti cui affidate i vostri figli in un patto di fiducia per la loro crescita integrale non sappiano chi siano gli adulti che parleranno loro di temi così sensibili, è francamente grave (…) e che la mattinata sia stata pensata in modo granitico, senza contraddittorio, senza la presenza di qualche voce autorevole che problematizzi le narrazioni di esperienze personali, ci pare operazione pericolosa e esemplificativa“.
I genitori hanno fatto notare però come i problemi sollevati dai firmatari della mail sono sui contenuti: “Del resto la diffidenza nei confronti dei temi che riguardano l’omosessualità non è nuova nel liceo”.
In effetti c’è un più di un precedente al Leonardo Da Vinci: la primavera scorsa, un gruppo di professori hanno bocciato il «sondaggione» del giornalino studentesco, La Bohème, che proponeva un’indagine fra i ragazzi su sesso e religione, con tanto di domande “inopportune” secondo alcuni insegnanti.
Ma non solo: anche tre anni fa quando sul dazebao comparve un botta e risposta di una docente (fra gli undici firmatari della mail di lunedì sera) con alcuni studenti, che definiva “innaturali” le relazioni omosessuali e loro ribattevano con ironia in una lettera intitolata “La pasta allo scoglio”.
Insomma, il Leonardo Da Vinci sembra essere una calamita per tali problemi, con gli studenti molto attenti alle tematiche LGBT e alcuni prof non molto favorevoli a tali iniziative.
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